Alvaro Dellera, l’idea della tassa sulla plastica non mi piace, ma la difendo.

Alvaro Dellera, l’idea della tassa sulla plastica non mi piace, ma la difendo.

Intendiamoci, non mi piace perché inciderà ancora sui consumatori, anche quelli consapevoli.

Non mi piace perché prima di  imporre una tassa  si sarebbe dovuto riconvertire le aziende produttrice ad adottare soluzioni alternative all’uso della plastica usa e getta.

Non mi piace perché la politica nel programmare un documento di economia e finanza  pensa solo ed esclusivamente  alla finanza e non all’economia, che è altra cosa.

Non mi piace perché tutti noi  avremmo dovuto essere ancora più consapevolizzati oltre il normale riciclo.  Nel mondo globalizzato la raccolta della plastica non raggiunge nemmeno il 15 %.  In Europa ed in ordine sparso si fatica ad arrivare al 30% . In Italia il nord ,il centro, ed il  sud, portano la media nazionale a poco più del 35 % . Ciò significa che c’è molto ma molto lavoro  da fare perché la totalità della plastica prodotta possa essere da prima recuperata e poi riciclata. Ma !

 

Anche se virtualmente potessimo recuperare e riciclare in beni durevoli tutta la plastica prodotta,  fra meno di un secolo probabilmente avremmo  più plastica riconvertita che alberi. Provate a pensare se,  come succede  già oggi,  si producono con il riciclo,  stoffe sintetiche, campi da calcio,  piste da sci,  strade o autostrade. Ecco avremmo fatto un grande esercizio didattico e tecnologico. Ma non avremmo risolto comunque il problema di come eliminare veramente la plastica. Facile capire il perché. Queste innovative realizzazioni non saranno eterne ed ecco che il problema dello smaltimento o della loro nuova riconversione pone al centro il vero nodo del problema.

 

Un esempio :  il capo sintetico dismesso finirà dentro il sacco dell’indifferenziata per essere alla fine della sua vita bruciato dentro un inceneritore, con le conseguenze del caso.

 

Perciò,  non  permettendoci di aver un mondo totalmente fatto di plastica o peggio bruciarla, ecco perché personalmente difendo questo dispositivo,  cattivo, coercitivo e impopolare, ma forse, così io spero, utile a responsabilizzare e sensibilizzare  oltremodo produttori e consumatori sul maleficio che la plastica impone alla conservazione del pianeta.

 

Alvaro Dellera

 

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