Caritas, riapre il Rifugio di San Martino e cerca volontari

Caritas, riapre il Rifugio di San Martino e cerca volontari

Giovedì 20 ottobre, in via Civerchi 7 a Crema, si tiene una serata di presentazione e ricerca volontari in vista della riapertura del Rifugio di San Martino della Caritas, fissata per il 24 ottobre. Il rifugio, inaugurato 4 anni fa in via Civerchi, è un dormitorio notturno pensato per l’emergenza freddo per chi non ha un tetto.

Un luogo nato 4 anni fa per far fronte all’emergenza senza tetto che la crisi aveva acuito e che non accenna a calare, anzi. Il Rifugio San Martino, gestito direttamente dalla Caritas diocesana senza alcuna convenzione, offrirà un posto letto (ad un massimo di 20 persone), una doccia, la prima colazione  ed un pasto caldo a chi è rimasto senza un tetto. Tale servizio sarà solamente notturno e l’accesso al dormitorio avverrà al mattino attraverso il Centro di Ascolto diocesano (c/o la Casa della Carità – viale Europa, 2 a Crema) e la Casa Accoglienza “Giovanni Paolo II” (via Toffetti, 2 a Crema), oppure ci si potrà recare direttamente in via Civerchi durante l’apertura serale dalle 20.00 alle 22.00. Il rifugio vedrà la presenza di due operatori per il momento di apertura (20.00 – 22.00) e chiusura (7.00 – 9.00) e di due volontari per ogni notte.

In questa opera segno i volontari svolgono un servizio molto importante ed hanno l’occasione di donare il proprio tempo agli ultimi e ai sofferenti cogliendo l’opportunità di incontrare nell’altro il volto di Cristo. Chi ha conosciuto da vicino queste situazioni ha scoperto che i senza fissa dimora (intesi nel senso letterale, come persone che non hanno più un alloggio) non vengono da un altro pianeta, non sono distanti da noi, non hanno una diversità inscritta nel loro patrimonio genetico…la povertà non è una predestinazione. Al contrario, sono figli del nostro mondo, della nostra società, di questa città, di questa crisi economica, del dissolversi della famiglia, del diffondersi del disagio, dello smarrirsi. Quale miglio modo, nel Giubileo della Misericordia, per vivere la concretezza le opere di misericordia corporali (Dar da mangiare agli affamati; Dar da bere agli assetati; Vestire gli ignudi; Alloggiare i pellegrini) e spirituali.

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