Chiudere la stazione di Crema: provocazione o spunto da approfondire?

Chiudere la stazione di Crema: provocazione o spunto da approfondire?

La stazione di Crema, posto anacronistico, a tratti persino incomprensibile, coi suoi vecchi, sporchi treni (spesso in ritardo) è un supplizio doppio: per gli automobilisti e gli abitanti dei quartieri (il degrado avanza) Santa Maria e Villette costretti a lunghe code causa passaggio a livello con barriere e, naturalmente per i pendolari obbligati a viaggi che, talvolta, più che a trasferta assomigliano a torture. Ma ha senso, alle soglie del 2015 mantenere una simile struttura?

Non sarebbe il caso di istituire una cabina di regia per studiare l’eventualità di chiudere la stazione, con le sue tratte, sostituendo i convogli (coprendo tutti gli orari, anzi, potenziandoli) con autobus e, a seconda delle fasce orarie, minibus (tutti mezzi puliti, ecologici) in grado di collegare Crema a Lodi (ove i treni hanno un senso), Treviglio, Cremona e, qualora arrivi finalmente il metrò leggero per Milano (scenario da coltivare) a Paullo?

Stefano Mauri

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