“Crimen” Montolli: “Prestiamo l’orecchio a chi in cella si dice innocente”

“Crimen” Montolli: “Prestiamo l’orecchio a chi in cella si dice innocente”

E’ in edicola il numero uno del nuovo mensile, edito da Giuseppe Biselli e curato da Edoardo Montolli, Crimen. Con lo scrittore, giornalista e nerista Montolli abbiamo scambiato volentieri due chiacchiere.

Contenuti e per così dire “contorni” della tua nuova fatica editoriale?

Sul numero uscito a luglio narriamo casi che hanno diviso e dividono l’Italia tra innocentisti e colpevolisti. Se avrete la voglia e la pazienza di seguirci presto vi racconteremo anche altro perché il nostro scopo è appunto quello di provare ad aprire nuovi orizzonti su i vari casi di cronaca nera che andremo a trattare.

Vi state occupando naturalmente del processo a Bossetti …

Si e gli esperti di Justice of Mind raccontano come sul cadavere della povera ragazza siano stati trovati capelli che non appartengono né ai famigliari, né a Bossetti, eppure compatibili con altre persone sottoposte a test del dna. Ci sono poi altre incongruenze in questo caso complicato, ergo può davvero, nella fattispecie, essere affidabile la prova del Dna?

Su Crimen tornate a parlare anche della strage di Erba?

I tribunali hanno respinto due intercettazioni molto poco note di Mario Frigerio, l’unico sopravissuto a quella carneficina poi morto nello scorso settembre. Altre intercettazioni e altri elementi inoltre non sono mai entrate in aula. Le riportiamo su Crimen, insieme ad un’ intervista con l’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo e autore, tra l’altro, di un libro che abbiamo letto in anteprima.

Quando arriverà in libreria un tuo nuovo libro, ci mancano le tue storie avvincenti.

Grazie del complimento ma per ora ho troppo da fare per dedicarmi esclusivamente alla lettura. Posso aggiungere un’ultima cosa su Crimen.

Prego.

Procuratevi il giornale e leggete bene il mio editoriale. Ebbene, secondo le statistiche della Corte di Strasburgo, l’Italia è il Paese dell’Europa occidentale di gran lunga più sanzionato per violazioni del Trattato dei Diritti dell’Uomo, compreso l’articolo 6 sul giusto processo. Dunque è forse il caso di continuare a prestare l’orecchio a chi, dietro le sbarre da anni, continua invano a protestarsi innocente. Perché domani potrebbe capitare a chiunque di noi il triste destino di finire nel tritacarne mediatico – giudiziario.

Puoi anticiparci un argomento del numero 2 di Crimen in edicola dal 4 settembre?

Parleremo, tra i vari argomenti, della stragi italiane del 1992 e ricordate che siamo il primo magazine ad occuparsi di errori giudiziari e ingiuste detenzioni.   

Stefano Mauri

 

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