Don Lorenzo Roncali, Non vedo l’ora di camminare insieme San Bernardino.

Don Lorenzo Roncali, Non vedo l’ora di camminare insieme San Bernardino.

Mercoledì prossimo 8 dicembre don Lorenzo Roncali farà il suo ingresso ufficiale nella parrocchia cremasca di San Bernardino e Vergonzana. Abbiamo quindi scambiato due parole col neo parroco. L’intervista è stata ospitata pure dal settimanale MondoPadano.

Allora pronto a incominciare la nuova esperienza ecclesiastica?

Si e non vedo l’ora di intraprendere con entusiasmo il nuovo percorso. Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente sua Eccellenza il vescovo Monsignor Oscar Cantoni per l’opportunità concessami.

Tra l’altro ti spetta un cammino impegnativo: ti confronterai con una realtà popolosa e popolare?

Esattamente e la cosa mi entusiasma con maggior vigore. Prima dell’esperienza al centro San Luigi di Crema e del percorso di studi in quel di Roma ho già maturato un’esperienza significativa in quel di Bagnolo Cremasco. Comunque lo confesso avevo una grande voglia di tornare a immergermi in una bella realtà parrocchiale, si avevo decisamente voglia di parrocchia, desidero fortemente condividere il cammino coi nuovi parrocchiani. Pensa che bello passerò il Natale e le festività natalizie in mezzo a nuova gente. E subito dopo il periodo festivo natalizio, anticipando i tempi pasquali, proprio per entrare in immediato contatto con la gente e le famiglie di San Bernardino e Vergonzana girerò tutte le case per benedirle e per conoscere appunto chi vi abita. Di questo ho già informato il consiglio pastorale parrocchiano.

Il vescovo dunque ti ha accontentato e a San Bernardino ci sono tanti giovani.

Esatto e pensa che molti di loro via Facebook mi hanno già contattato per complimentarsi per la nuova nomina.

Il social è un bel mezzo per comunicare coi ragazzi.

E’ un modo per entrare in contatto con loro, ma io poi preferisco sempre il rapporto diretto e cerco di approfondire la conoscenza incontrandoli di persona, invitandoli a pranzo, parlando con loro.

In effetti al San Luigi di via Bottesini, rivitalizzando il centro hai fatto veramente un bel lavoro.

E’ importante dialogare con i ragazzi, parlare, ascoltare, comunicare, coinvolgerli e interagire.

Cosa ti ha lasciato il tuo percorso formativo romano?

Confesso che iniziai gli studi un pochino spaesato e dubbioso, ma alla fine sono contento di quanto ho fatto a Roma. Nella capitale sono cresciuto intellettualmente e spiritualmente e ho avuto modo di studiare interessanti tematiche giovanili.

Sei riuscito a incontrare il Santo Padre Papa Francesco?

Nel gennaio scorso ero raccolto in preghiera in quel di Santa Maria Maggiore, a un certo punto Sua Santità è entrato in chiesa di ritorno da un viaggio. Ho avuto l’emozione sincera di comunicargli commosso che prego sempre per lui e questo fatto mi ha riempito il cuore di gioia.

Nel suo recente viaggio pastorale in Africa visitando una moschea il Papa ha chiesto ai mussulmani di pregare insieme affinchè si smetta di uccidere in nomi di Dio.

Parole illuminanti, c’è troppa confusione in giro. Essere mussulmano non equivale a essere catalogato come terrorista.

Stefano Mauri

 

 

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