Franciacorta 2027: un dibattito per progettare il futuro

Franciacorta 2027: un dibattito per progettare il futuro

Cinquant’anni di DOC e un futuro tutto da scrivere. Franciacorta celebra i cinquant’anni della denominazione d’origine controllata progettando il proprio domani, attraverso una ricerca condotta con il sociologo Domenico De Masi, orientata a tracciare un orizzonte da qui al 2027. I risultati sono stati presentati quest’oggi in un convegno organizzato presso L’Albereta, moderato da Maria Latella, al quale hanno preso parte imprenditori come Andrea Illy (presidente Altagamma) ed Oscar Farinetti (fondatore e ideatore di Eataly), docenti come Roberta Garibaldi (Università degli studi di Bergamo) ed Andrea Rea (Università Bocconi di Milano), giornalisti enoici come Federico Quaranta (Decanter – Rai Radio Due) e Karin O’ Keefe (Wine Enthusiast). A rappresentare le istituzioni il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.

 

Vittorio Moretti, Presidente del Consorzio Franciacorta: Una ricerca per programmare il nostro futuro
“Come imprenditori vitivinicoli della Franciacorta abbiamo lavorato con determinazione e visione, perché questo territorio diventasse una eccellenza a livello internazionale. – ha ricordato in apertura Vittorio Moretti, presidente del Consorzio Tutela Franciacorta – Con le nostre vigne abbiamo ridisegnato il territorio, conferendogli un sapore unico. Abbiamo investito nella terra e nelle cantine con l’obiettivo di offrire alla nostra clientela la certezza di gustare un prodotto di grande qualità, che dà gioia e piacere. Ora, con questa ricerca, vogliamo guardare in prospettiva e disegnare il nostro futuro nei prossimi dieci anni. Vogliamo farlo insieme a quanti, con compiti istituzionali, hanno a cuore questo territorio, capace di unire in modo unico il sistema del vino, l’ospitalità e il turismo ambientale”.

 

Il metodo De Masi e la positività della visione
Programmare il futuro, del resto, è fondamentale in una società post-industriale e fortemente dinamica come quella in cui viviamo. Lo ha sottolineato il sociologo Domenico De Masi, presentando i risultati della ricerca, “la prima del genere per un consorzio, ma già trattata in numerose realtà aziendali”, che parte dalla convinzione che i depositari del maggior numero di informazioni per prevedere il proprio futuro di una realtà siano proprio coloro che vi operano da protagonisti. E le oltre 1000 affermazioni contenute nella ricerca ed articolata su una dozzina di temi diversi – che dal vino spaziano al processo di produzione e distribuzione, dal territorio al turismo, dal marketing alla comunicazione – “fanno emergere un ottimismo che non ho mai avuto modo di riscontrare in altri contesti”.

 

Farinetti: siate i primi ad introdurre il biologico nel disciplinare
Un ottimismo realistico è quello che traspare dall’indagine fra gli imprenditori franciacortini. Il cammino già compiuto sin qui è infatti estremamente ricco di risultati positivi: “Bisogna essere capaci di copiare, cioè vedere un grande valore e adattarlo a se stessi. – ha affermato Oscar Farinetti – E in Franciacorta siete stati bravissimi a copiare i nostri cugini Francesi, arrivando a gareggiare in qualità con gli Champagne. Ora bisogna riuscire a fare un ulteriore salto, aggiungendo al prodotto qualcosa di identitario, che faccia la differenza, che sia fortemente legato al territorio. Bisogna saper essere unici e pertanto riconoscibili”.
“Come Consorzio siete un modello, perché siete partiti con il piede giusto, promuovendo progetti comuni.  – ha continuato –  Il mercato mondiale del vino, che oggi vale 70 miliardi di dollari, nell’arco di dieci anni triplicherà e, anche se si comincerà a coltivare la vite in nuovi paesi, a giocarcela saremo noi Italiani e i Francesi. Il nostro segreto dovrà essere quello di saperci distinguere e, per farlo, dovremo riempire i nostri prodotti di valori immateriali. La strada maestra è quella della pulizia e del biologico, a cui dobbiamo però saper aggiungere l’identità territoriale. E, come Consorzio, vi lancio una proposta: siate i primi ad introdurre nel vostro disciplinare il tema del biologico”.

 

Illy: Franciacorta emblema dell’eccellenza del Made in Italy
Franciacorta come emblema dell’eccellenza del Made in Italy. A sottolinearlo nel suo intervento è stato Andrea Illy, presidente di Altagamma: “Non può essere il Prosecco a rappresentare la qualità, la tradizione, l’alto di gamma. Questo ruolo tocca al Franciacorta. L’Italia è patria della bellezza, della creatività e della cultura. Ed è una bellezza capace di ispirare il prodotto, il saper fare. I Francesi sono più avanti nella finanza e nella distribuzione, ma a livello di prodotto noi abbiamo una marcia in più. La Franciacorta e il Franciacorta possono rappresentare la dolce vita italiana. Lasciamo pure al Prosecco l’aperitivo e allo Champagne le grandi occasioni”.

 

Rea: chi acquista il Franciacorta vuole fare un’esperienza unica e memorabile
Concorda su questa prospettiva anche Andrea Rea: “Il mondo del vino è oggi fortemente integrato con il cibo e il turismo. In questo scenario, se l’Italia rappresenta il palcoscenico, Franciacorta può essere l’orchestra, le aziende i singoli musicisti.  È però necessario costruire un’identità territoriale, la sola capace di fare la differenza. Quando si acquista un Franciacorta, infatti, il consumatore vuole fare un’esperienza che sia unica e memorabile. Per questo è importante essere diversi, investendo sulla identità specifica, in modo olistico, così che il consumatore riesca a memorizzarla. Ciò vale sia anche per il consumatore digitale”. Quanto ai mercati ai quali rivolgersi, prima della Cina Rea suggerisce gli Stati Uniti: “La Cina è un mercato da approcciare con grade attenzione, in termini di distribuzione sia online che offline. Occorre evitare di delegare la distribuzione, perché il rischio è la perdita dell’identità”.

 

O’Keefe: Puntare sul mercato statunitense con vini a dosaggio zero e vitigni autoctoni
L’invito a guardare con maggiore attenzione al mercato americano viene anche da Karen O’Keefe: “In questo momento il Franciacorta è poco presente nelle enoteche, non ha sufficiente visibilità tra i consumatori.  Mentre, una volta che viene assaggiato al ristorante, il Franciacorta viene apprezzato. Vi invito quindi a investire per far crescere visibilità e conoscenza del Franciacorta negli Stati Uniti, differenziandosi dallo Champagne, per esempio lavorando di più sui vini a dosaggio zero o sperimentando I vitigni autoctoni, come l’Erbamat. E poi lavorate per distinguervi anche a livello turistico: avete un patrimonio unico che va valorizzato”.

 

Garibaldi: il gastroturista, un target da colpire
Valorizzare il territorio è anche l’obiettivo che in questi anni ha perseguito un progetto come East Lombardy: “East Lombardy – ha spiegato Roberta Garibaldi – ha dimostrato che è possibile e doveroso fare rete, valorizzando l’enogastronomia a favore di un turismo che abbia un approccio sostenibile. Il gastroturista vuole vivere esperienze legate al cibo e alla cultura. Ed è un consumatore in forte crescita, in Italia è nel mondo”.

 

Quaranta: raggiungere le giovani generazioni e trasmettere loro un messaggio di valore
Ripartire dai valori autentici del territorio: è questo il messaggio raccolto da Federico Quaranta nel sondaggio lanciato attraverso Decanter che ha coinvolto circa 1 milione e 200 mila persone. Un sondaggio da cui è emerso che il 23% vuole un Franciacorta biologico, il 18% un Franciacorta sostenibile, il 17% un Franciacorta che sia etico, estetico e parli del territorio, il 10% identitario. “Occorre però lavorare ancora perché il 12 per cento degli ascoltatori non conosce il Franciacorta. – ha affermato Quaranta – Quanto ai giovani, sono molto più preparati ed informati, ma anche sono fortemente orgogliosi di ciò che nel mondo trasmette i valori di eccellenza. Bisogna saperli raggiungere e convincerli: questa è la sfida”.

 

Maroni: L’impegno di Regione Lombardia per valorizzare il territorio, il turismo e la viticoltura
Non è un caso che, proprio sul turismo, Regione Lombardia abbia in questi anni investito risorse significative: “La nostra regione è conosciuta per il suo dinamismo industriale. – ha sottolineato il governatore Roberto Maroni – Ma le potenzialità della Lombardia in ambito agricolo, turistico e culturale sono straordinarie. Nel 2016 abbiamo ospitato l’evento turistico e culturale più importante al mondo, proprio sul lago di Iseo. Inoltre in Lombardia abbiamo ben 11 siti Unesco. Da parte nostra lo scorso anno abbiamo investito ben 30 milioni di Euro per valorizzare il turismo lombardo, quest’anno lo stiamo facendo con la cultura. Dobbiamo proseguire, ma siamo sulla strada giusta. E dobbiamo farlo senza creare contraddizioni tra le molteplici vocazioni di questa regione”.
In questa direzione si colloca il PTRA di Franciacorta, approvato all’unanimità nel luglio scorso dal Consiglio regionale: “Si tratta di uno strumento con cui governare questo territorio, valorizzandone la specificità di area produttiva di vino e olio. Un provvedimento condiviso con 22 comuni, che mette al centro la vocazione agricola della Franciacorta. Ugualmente importante è l’accordo che abbiamo raggiunto con 13 comuni del Lago di Iseo per realizzarvi una pista ciclabile lunga 60 km, investendovi 10 milioni di Euro”.
“Al Consorzio chiedo di essere – ha concluso Maroni – non solo uno strumento di tutela ma anche di promozione, in una virtuosa sinergia pubblico-privato”

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