Il discorso della sindachessa Stefania Bonaldi per commemorare le vittime da Covid-19. Presto una targa in città le ricorderà

Il discorso della sindachessa Stefania Bonaldi per commemorare le vittime da Covid-19. Presto una targa in città le ricorderà

Ieri sera (martedì 30 giugno, ndr) ho partecipato, con l’Assessore Matteo Gramignoli e il Presidente del Consiglio Comunale Luca Giossi, alla cerimonia di commemorazione di tutti i defunti della nostra città nei mesi di emergenza sanitaria, per i quali non si sono potute a suo tempo celebrare le esequie.

Presto dedicheremo loro una lapide nel cuore della Città.

Questo il mio intervento alla fine della cerimonia al Cimitero Maggiore.

“Caro Vescovo, sacerdoti, care cittadine e cittadini,

Confesso che non credo di aver capito fino in fondo in che cosa si risolva la nostra vita, vivo di domande, accresciutesi da quando esercito questo ruolo pubblico.

I miei dubbi non sono legati solo al senso, ma alla pretesa che ci possano essere risposte adatte a tutti noi. Dubbi che in questa emergenza si sono ulteriormente modellati, lasciando però spazio a qualche certezza.

La prima certezza è arrivata proprio da questi mesi così faticosi e strazianti, ma anche sorprendenti, e mi ripete tutti i giorni che il copione delle nostre comunità e delle nostre vite non è sempre opera nostra, gli eventi non rispondono sempre alla nostra volontà. Per quanto possiamo dare il meglio di noi, ogni giorno, ogni attimo, dobbiamo fare i conti con ciò che non avevamo previsto.

Non avevamo previsto, e certamente non rispondevano alla nostra volontà,​ questi drammatici eventi legati al virus, che con particolare durezza si è abbattuto sulla nostra comunità e su molte nostre famiglie.

Non avevamo previsto una sua tanto marcata aggressività nè la sua​ ​ ​ ​ letalità, nè tanto meno il modo con cui molte di queste battaglie sono state combattute, nella solitudine, nell’angoscia, nella disperazione.

Era fuori da ogni immaginazione anche la modalità con cui abbiamo dovuto “gestire” l’ultimo saluto a questi nostri concittadini e concittadine, ai vostri cari. Senza quei riti di accompagnamento che servono ad accomiatarsi da chi ci ha lasciato, a ricordarne il valore, a farci vicini ai loro familiari per umana compassione e solidarietà.

Siamo nel XXI secolo, da oltre 50 anni siamo sbarcati sulla Luna, eppure questo virus ci ha ricordato tutta la nostra umana debolezza e fragilità. Anzi, mi viene da dire che una comunità diventa forte solo se possiede chiaro questo senso di precarietà, perché solo questo la mette in condizione di rispondere “presente”, quando la realtà viene a riscuotere i suoi crediti. E che crediti, mi direte voi, che siete stati colpiti direttamente da queste morti, da questi lutti, da queste riscossioni.​

Spero possa essere per voi una consolazione una seconda certezza,​ Crema, tutta Crema, in questo tempo di impegnative riscossioni, ha risposto senza dubbio alcuno, “presente”. Ci siamo accorti di avere messo da parte, ciascuno di noi, quanto necessario per pagare il nostro debito, per affrontare questi momenti.​

Certo questo non può restituirvi le persone care che avete perso, non può cancellare il dolore e l’angoscia che avete sperimentato in quei frangenti, il senso profondo di smarrimento e di solitudine che vi ha accompagnato, ma di fronte a momenti collettivi drammatici la nostra comunità è stata appunto comunità, ha risposto con tanti gesti di vicinanza, di altruismo e di solidarietà.​

Proprio da febbraio a oggi abbiamo colto quanto pericolo per tutti noi si nasconda nel pensiero individualista e quanta speranza e quanti messaggi evolutivi porti con sé invece la scelta solidaristica, strada che la nostra comunità ha intrapreso con​ decisione e senza tentennamenti e che deve essere di conforto a tutti no

Rimaniamo pure diversi, questa è una ricchezza, ma intestiamoci queste due certezze, luci tra tanti dubbi.

Restiamo pronti a fronteggiare l’imprevisto, abbandonando ogni superba certezza.​

Non dimentichiamo mai, nemmeno per un istante, che solo la certezza di essere affratellati ci salverà. Questo è il nostro grande vaccino.

Un abbraccio a ciascuno e ciascuna di voi e alle vostre famiglie”.

Stefania Bonaldi, sindaco di Crema

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