Il Pianeta distorto degli Artemio ci riporta dritti agli anni ’90 del rock italiano: evviva

Il Pianeta distorto degli Artemio ci riporta dritti agli anni ’90 del rock italiano: evviva

Come influenza nella loro musica citano i Ritmo Tribale, nella foto che accompagna l’uscita di questo nuovo disco il vocalist Luca Gyimesi sfoggia una maglietta dei Ritmo Tribale, nella squadra di produzione del disco sfoggiano un paio di nomi che hanno fatto parte della grande famiglia della band milanese come Mauro Tondini e Valter Marchesoni. Insomma come poteva essere la musica degli Artemio? Una sorta di tribalisimo 2.0. E ben venga. Dietro la copertina fumettosa di questo Pianeta distorto, ad opera del batterista della band Daniele “Paskuo” Pasquetti, che fa tanto thrash metal anni ’80 si nasconde infatti un bel rock italiano di forte derivazione anni ’90. Cinque pezzi e un intro, che con i suoi suoni spaventosi mette subito in chiaro quali saranno le tematiche del lavoro che esce a 4 anni di distanza da “Cento uomini” di cui avevamo parlato su Sussurrandom ai tempi.

Temi sociali, suoni grezzi, potenza e chitarroni. Ci sta eh, visto che loro si definiscono: “gruppo metropolitano milanese dall’attitudine campagnola”. Definizione curiosa ma spiegata dalla provenienza del nome, Artemio, che gli appassionati di filmografia anni ’80 italiana si ricorderanno bene. Si il nome della band è davvero ispirato al protagonista del film “Il ragazzo di campagna”, quel Renato Pozzetto che sbarcava a Milano e la vedeva con gli occhi stupiti di chi viene dalla campagna, piegandola però alla fine alle sue esigenze. E allora evviva lo Stato libero, per citare il brano con più groove del disco, che questi ragazzi mettono in pista.

In periodo di it-pop, di suoni levigati, di melodie appiccicose (che amiamo per carità) ogni tanto è bello tornare a quei suoni grassi e tronfi che caratterizzarono gli anni ’90 italiani di Timoria, Karma, Anhima, Fluxus… La band è formata da: Luca Gyimesi-Voce, Davide Berlangieri-Chitarra, Cori, Danilo Tessitore-Chitarra, Cori, Daniele Pasquetti-Batteria, Matteo Bernardi-Basso. Dieci anni di live alle spalle e di produzioni indipendenti, come questo disco. Dopo una parentesi per una indipendente infatti tornano ad autoprodursi: “E’ un ritorno alla, per noi, amata autoproduzione che ci permette la completa supervisione e scelta artistica dell’intero prodotto”. Registrato alla fine del 2019 al Boombox Studio di Milano, quasi interamente in presa diretta, il disco ha un tiro notevole e vale davvero la pena di dargli un ascolto ed inserire qualche brano nelle playlist dei nostri lettori Mp3. Peccato, per un feticista come me, che sia uscito solo in digitale. Con una copertina così bella e dei suoni così retrò un bel mini LP in vinile lo avrei visto davvero bene sugli scaffali.

emanuele mandelli

 

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