Il ritorno di Pier Francesco Grasselli in libreria tra poesia e ricerca di … Sé stessi

Il ritorno di Pier Francesco Grasselli in libreria tra poesia e ricerca di … Sé stessi

Donne, solitudini, cocktail, viaggi, pub, amici e sesso, ovvero: 20 anni di poesie e riflessioni – dal 1998 al 2018 – raccolte in un’unica opera.

E … “Sempre meglio che lavorare” (edizioni Thedotcompany) sì è forse il libro più intimo e autentico dello scrittore reggiano Pier Francesco Grasselli (quello che segna il suo atteso ritorno cartaceo, dopo otto anni di assenza), praticamente il “prequel” dei suoi fortunati romanzi maledetti: L’ultimo cuba libre, All’inferno ci vado in Porsche, Vivere da morire (questa è la leggendaria “Trilogia Maledetta” Made in Grasselli), Ho scaricato Miss Italia e Fanculo amore. Volentieri con Grasselli siamo tornati a scambiare quattro chiacchiere…

Cosa hai fatto in tutti questi anni di silenzio?

Ho letto moltissimo, scritto moltissimo, meditato moltissimo, sono stato vegetariano integralista per sette anni, mi sono ritirato in casa, ho visto pochissima gente… e ho scritto “La Ricerca di Sé stessi” (e di questa fatica letteraria parleremo in seguito).

Perché un libro di poesie?

La poesia, spesso, è persino più intima e personale della prosa. Per anni, ho tenuto una specie di diario poetico. Così è nata la raccolta di poesie “Sempre meglio che lavorare. Donne, solitudini e cocktail.”

Ma c’è ancora posto per la poesia in quest’epoca socialfluida?

Lo spero bene!

Leggere poesia arricchisce sensibilmente l’animo e forma il carattere. Anche la prosa, intendiamoci. Almeno, un certo tipo di prosa. Ma per leggere la prosa occorre molta energia. La poesia, di solito, richiede uno sforzo minore. Ed è diretta, arriva dritta al cuore. Tempo fa avevo l’abitudine di salire a Villa Pamphili (a Roma) a leggere, seduto su una panchina. Ricordo una mattina di primavera… Avevo con me un libro di Goethe, c’era il sole e il parco era stupendo. Ho letto qualche poesia e mi son sentito felicissimo. In certe giornate un po’ speciali, leggere una poesia che tocca le nostre corde procura vera felicità.

Che fine hanno fatto i ragazzi protagonisti dei tuoi vecchi, epici libri della “Maledetta Trilogia”?

Ah, non saprei… Non credere che io sia diventato noioso, però!

“La Ricerca di Sé stessi” è piena zeppa di episodi divertenti e persino demenziali e il mio stile di scrittura non è cambiato granché, anche se probabilmente è diventato più maturo e se questa nuova opera contiene parti più intimistiche e profonde.

La cosiddetta “Maledetta Trilogia” avrà mai un seguito? 

Per ora non ho niente del genere in programma, ma non si può mai dire. Comunque presto usciranno altri titoli spassosi e leggeri, sul genere dei romanzi che ho pubblicato con Mursia anni fa. In fondo, amo far ridere.

Sono in arrivo una novella umoristica su Leonardo da Vinci, un nuovo “Don Giovanni” illustrato… e il delirante seguito di “Fanculo amore”.

 

Il tuo rapporto coi social?

  Preferisco gli incontri e le conversazioni vis-à-vis. Ma i social possono essere molto utili. Quindi li uso, senza perderci troppo tempo.

Stefano Mauri

 

 

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