La Lanterna di Diogene, esule in terra cremasca tra new wave e impegno

La Lanterna di Diogene, esule in terra cremasca tra new wave e impegno

Come un fulmine a ciel sereno arriva Esule. Ritorno su cd del cremasco d’adozione Matteo Spicciariello alias La Lanterna di Diogene. Sette pezzi per 22 minuti che trasudano spirito new wave come se piovesse. Quando glielo diciamo sorride e butta li: “Vuol dire che un po’ di ascolto giusto ha sortito il suo effetto. Fiumani mi ringrazierà”.

Ma non solo wave anni ’80 nel disco ma anche tanta elettronica vintage e una manciata di bei testi, che hanno sempre contraddistinto la produzione del musicista.

Ad esempio nel pezzo Medio oriente troviamo la questione mediorientale affrontata a muso duro:

Striscia di gaza i suoi bagliori, non c’è speranza solo illusioni, la spiaggia vuota e l’ospedale, la spiaggia è piena fa tu la prova. Conquista la terra di chi vuol restare il mondo ti osserva restando a guardare se poi ti consola la tua religione ricorda il giardinod ei giusti e il passato.

Ma tutto il disco trasuda la mancanza di radici, un po’ come lo stesso Matteo, che ha sempre rimbalzato tra Crema e il sud. Ed in Esule troviamo questa condizione. Tutto il ddisco scorre molto velocemente e si apprezzano gli arrangiamenti curatissimi e l’ottimo songrwtiring oltre che la produzione pompata il giusto per dare al suono una bella botta. Su tutto la voce che svetta.

Il vero capolavoro del disco è Sono quello che non c’è vero inno di una generazione persa, quella dei quarantenni, invisibile ai più, con un testo scandito su un riffi martellante di chitarra e dei suoni elettronici a metà tra wave e Bluvertigo. Ottimo disco.

La scheda di Matteo Spicciariello su Orientagiovani

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