Mattia Mariano va oltre il rap:Lauro? L’Italia ha bisogno di un artista come lui
Sì così per vedere l’effetto che fa, ma soprattutto per provare a svoltare, artisticamente parlando, il cantante salentino Mattia Mariano, ecco per adesso ha messo da parte il Rap ed è partito col progetto discografico, appassionatamente ispirato a Fabrizio De Andrè, Bombarolo. E col propositivo Mattia, nei giorni scorsi abbiamo scambiato volentieri quattro chiacchiere.
Ma sei ancora un rapper o no?
Per esplorare nuovi orizzonti musicali, perché no, anche per allungarmi e modificarmi la carriera, beh per il momento ho diciamo lasciato l’universo rap.
Banalizzando il discorso: in Italia iniziano a esserci tanti rapper, no?
Sì siamo tantissimi.
Vivi a Lecce, ma per la tua attività di cantante non faresti meglio a trasferirti a Milano?
Nel Salento lavoro, ergo ora come ora, farei fatica a lasciare tutto e partire.
Mai partecipato a un Talent Show Musicale?
Ci ho provato, ma non sono riuscito a entrarci.
A che genere ti ispiri?
Diciamo che mi sento un … alternativo pop.
Seguirai il Festival di Sanremo?
Ci darò un’occhiata e seguirò con attenzione Achille Lauro, artista alternativo, ma non troppo, melodicamente sulle corde della migliore tradizione canora italica. Penso che l’Italia abbia bisogno di artisti come lui. E al Festival farà bene.
I tuoi modelli musicali italiani?
Fabrizio De Andrè, Battiato e Caparezza.
Che ne pensi della cosiddetta vicenda Junior Cally?
Le polemiche in quel calderone che è la kermesse musicale sanremese ci stanno. Non mi fa impazzire il cantate Cally, ma ogni artista, dal punto di vista prettamente artistico, deve esprimersi come meglio crede.
Uno su mille ce la fa, come cantava Gianni Morandi, così, in attesta di sfondare, Mattia Mariano non si arrende, esplora nuovi stili e metodi e si fa il classico mazzo, bisogna pur vivere, per mantenersi. Chapeau a lui.
stefano mauri
