Meglio le Notti Bianche che quelle in bianco, ma poi bisogna anche andare oltre

Meglio le Notti Bianche che quelle in bianco, ma poi bisogna anche andare oltre

“Crema in una notte 2016” con i suoi risvolti entusiasmanti da notte bianca e di fondamentale passerella per lo sport si è rivelata l’ennesimo successone. Un successo strepitoso interamente griffato dall’Asvicom, che i membri dell’associazione di categoria, quando si muovono lo fanno bene, con nozioni di causa, pragmatismo e proficui intenti propositivi. Ormai è risaputo: quando eventi del genere vanno in onda, tradizionalmente godono baristi, ristoratori e pizzaioli, mentre gli altri commercianti e i negozianti ahimè soffrono. Ecco forse chiudere praticamente per due giorni certe piazze al parcheggio, oltre ad aver incasinato la circolazione stradale cittadina ha tolto posteggi comodi al sabato e alla domenica allo shopping; ma vale il principio che non si può aver sempre tutto e il sacrificio, se c’è stato, beh è servito per promuovere la causa sportiva, ergo una buona, salutistica causa.

Per la movida nottambula nostrana, o meglio, per quel che è restato della fu splendente nightlife autoctona (nella fattispecie il giornalista, scrittore Emanuele Mandelli non ha tutti i torti), appuntamenti simili sono quindi Manna dal Cielo, ma bisogna guardare pure oltre che il settore bar, ristoranti e pizzeria, vessato da (troppe) tasse e (oppressiva) burocrazia avrebbe bisogno di ossigeno, attenzioni e visibilità per tutti e 12 i mesi dell’anno. Cosa fare dunque adesso? Forse, istituire un tavolo di lavoro ad hoc, un osservatorio permanete (da affiancare magari agli stati generali dell’economia autoctona) composto da professionisti della categoria e da gente in grado di avanzare proposte costruttive periodiche non guasterebbe, così come magari diminuire un pochino certe tasse e imposte e far vivere, di giorno e di notte i parchi (polmoni verdi) cittadini ecco non sarebbe male. No?

Stefano Mauri   

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