Promuovere la svendita di bevande alcoliche nel weekend non è cosa da fare

Promuovere la svendita di bevande alcoliche nel weekend non è cosa da fare

Premessa doverosa da sommelier, quindi da uno che, pur essendo un po’ pirla, beh un pochino, condizionale d’obbligo, dovrebbe intendersi della materia. Ebbene, diffidate di quei locali che promettono svendita, tipo 4 cocktail a 15 euro, di bevande alcoliche. Chupiti e vini compresi.

Sì la qualità si paga, possibilmente non va strapagata, ma bere tanto e bere male fa male, malissimo alla salute. Discorso analogo va applicato ai ristoranti: ergo chi promette pranzi o cene pantagrueliche a costi irrisori, sotto, sotto … nasconde qualcosina.

Ora Crema, ma anche altre città (e paesi) della provincia italiana, in modo particolare nel weekend, periodicamente registrano casi di giovani, ahimè talvolta minorenni compresi, che bevono tanto e maluccio arrivando se non a ubriacarsi, comunque a camminare, peggio ancora se guidano (mai guidare … “bevuti”), vagamente ebbri. E già questa cosa non va, che la cultura del buon bere consapevole, su tutto deve prevalere e va a braccetto col buonsenso. Così, anziché a improbabili svendite di intrugli (che di questo trattasi badate bene) alcolici che bruciano cuore, testa, anima, fegato e portafoglio (pagare poco paga, ma non appaga alla lunga), sarebbe preferibile se, possibilmente a prezzi relativamente accessibili, bar e discobar proponessero un vero aperitivo italiano (quindi un bicchiere di spumante o prosecco d’autore) o, un cocktail preparato a regola d’arte spiegando storia, provenienza, componenti e sfumature di quanto proposto. No?

Stefano Mauri

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