Quella cultura nascosta che abbiamo davanti agli occhi (e che andrebbe valorizzata)

Mentre all’estero ogni sasso con più di 50 anni alle spalle è considerato di alto valore culturale e artistico ed è, inoltre, studiato a fondo dagli operatori culturali, così da far confluire il maggior numero di turisti, in Italia – nazione del Rinascimento e, ancor prima, terra di Etruschi, Greci e Romani- dove anche il calpestabile è di valenza storica, tutto è lasciato a se stesso. E se tale discorso può riguardare il patrimonio nazionale, anche quello locale non è da meno.
Esso, infatti, risulta in stato di abbandono o, come minimo, è considerato irrilevante. Che Crema non brilli per il turismo è cosa ormai nota. La Provincia, in un suo articolo del 18/04/2017, ha riportato la delusione provata da alcune persone, facenti parte di una comitiva piemontese, nel trovare una città chiusa e senza servizi. Eppure Crema ha tantissime cose da offrire. Non solo il Duomo, chiese e santuari di rara bellezza, palazzi signorili, ma anche le Mura Venete. Su queste è forse il caso di puntare maggiormente. Tratti murari, pur in buono stato di conservazione, sono inagibili ai più, trovandosi in posti non aperti al pubblico (un tratto, ad esempio, è presso la Fondazione “Benefattori Cremaschi”).
Non sarebbe forse opportuno permettere l’ingresso a tali costrutti e valorizzare una cerchia di tale pregnanza storica? Per non parlare del nostro Museo, che necessità di un’ampia e articolata rivalutazione. Quanti sono gli stessi Cremaschi ad averlo, almeno una volta, visitato? Non bastano infatti le visite scolastiche, o gli stagisti delle scuole ad aprirlo al territorio. Si potrebbero organizzare mostre a tema che diano il giusto risalto ai materiali sia esposti che giacenti in magazzino. E la Crema nascosta? Quanti di noi sanno che persino un’ampia parte della cerchia muraria della ricostruzione del Barbarossa esiste ancora in alzato? Ma non è tutto: Crema è veramente una città da riscoprire. In ogni angolo si può trovare qualcosa di interessante e di valore. Ad esempio in via Dosso Morone è presente un vecchio forno, presumibilmente del 1800, in totale stato di degrado.
E ancora in via Frecavalli è presente una vecchia immagine del viso di Mussolini. Tutte queste evidenze sono tuttavia privi di targa o cartelli e cadono, quindi, nell’anonimato. Quindi la cultura a Crema deve partire dalle piccole cose, deve essere raccontata, vissuta e sentita come propria per trasmetterla anche agli altri. Un’Amministrazione attenta a queste situazioni prende per mano il cittadino, il turista, il curioso e lo porta a conoscere ogni angolo, via, anfratto, perché è proprio in queste zone che si celano i veri tesori. Non lasciamoci sfuggire nessuna occasione per riscoprire il nostro passato. Ne vale sicuramente la pena.