Successo per il ritorno di Lucia Bolzoni a Crema dopo dieci anni di assenza

Successo per il ritorno di Lucia Bolzoni a Crema dopo dieci anni di assenza

Grande ritorno quello di sabato sera all’Auditorium Manenti dove ha tenuto un bel concerto la pianista cremasca Lucia Bolzoni con un programma intenso e impegnativo, eseguito con cipiglio risoluto e fierezza marziale, ma non senza sfumature delicate là dove la pagina lo richiedeva. Un pubblico piuttosto numeroso ha acclamato tutti i brani con entusiasmo, seguendo in religioso silenzio  e ottenendo, al termine, un generoso bis, sempre di grande portata virtuosistica, Saragozza di Albeniz.

Gli autori presentati erano cinque e il concerto si è aperto con F.Chopin (1810 – 1849) di cui abbiamo
ascoltato il “Grande valzer brillante” Op.34, n1, pagina di struttura musicale molto complessa dall’esito eccezionale, anche per la natura giocosa. A seguire la splendida “Berceuse” Op.57, basata sull’ostinato quasi ipnotico della mano sinistra e ricca di fascino profondo. Quindi  “Fantasia” Op.49, profusa di malinconia velata e di drammaticità lirica, caratterizzata da scale veloci a tutta tastiera.

La caleidoscopica fusione di vari elementi del linguaggio chopiniano rende particolarmente piacevole questa fantasia, ricca anche di passi di bravura. A conclusione della prima parte della serata ecco due Preludi, Op.32, n.12 e Op.23, n.5. Nella seconda parte “Deux Arabesque”, di Claude Debussy (1862 – 1918), in cui abbiamo potuto apprezzare appieno lo stile del Compositore francese, pagina romantica composta in età giovanile, intorno al 1890. Ma ecco un altro francese con un’opera a carattere descrittivo, che si propone di rappresentare l’acqua in movimento in “Jeux d’eau”, in Mi maggiore, dedicato a Gabriel Faurè.

In chiusura alcuni brani del più famoso pianista magiaro, Franz Liszt: Uno studio da concerto,”Un sospiro” e due pezzi da Année de Pelerinage: “Gondoliera” e “Tarantella”che ritraggono le
atmosfere della città lagunare e di quella partenopea, rispettivamente simboleggiate da La biondina in gondoleta” e da alcuni temi attribuita a Cottrau. Performance di tutto rispetto e tanti, tanti applausi.

Eva Mai

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