Voto ai sedicenni? Visto che hanno noi come esempio direi… lasciamo stare

Voto ai sedicenni? Visto che hanno noi come esempio direi… lasciamo stare

Fermo restando che esprimo un’opinione da settantenne, lontano anni luce da molte delle attuali realtà (l’eterno conflitto generazionale), innanzi tutto dovrei ricordarmi di quanto mi ritenessi maturo io a quella età. Operazione piuttosto complicata: realtà storiche totalmente diverse in termini sociali, culturali, economici, di costume e anche di palpabili suddivisioni classiste. A quella età molti di noi erano in fabbrica: un contenitore che già ribolliva di malumori, con tutto quello che ne sarebbe derivato in seguito. Il paragone, quindi, non mi pare proponibile, se non come traccia per rileggere i conseguenti sviluppi.

Stabilito ciò, e sempre con beneficio d’inventario, ritengo che i tempi non siano maturi per affrontare la questione. Il nostro Paese non è pronto perché noi per primi non siamo stati capaci di offrire modelli concreti di comportamento. Quando dico noi intendo almeno un paio di generazioni che hanno creduto di poter scalare il cielo senza pensare che ciò è arduo se non impossibile. Abbiamo coltivato illusioni per poi tentare di venderle come merce rara, e non mi riferisco soltanto alle vicende politiche ma anche al mutamento dei costumi.

Generalizzando, non siamo stati un buon esempio e, oggi, così mi sembra, gli adolescenti hanno assimilato soltanto la nostra parte peggiore.

Sfiducia? Sì. Tanta, a prescindere dai numerosi fatti di cronaca quotidiana che sempre più li vedono coinvolti. Il progressivo rilassamento nei confronti dei “valori di base”, il più elementare dei quali è il reciproco rispetto, sta producendo allarmanti sintomi, se non ancora di disgregazione, certamente di ripiegamento civico. Entro questa cornice (fortemente pessimistica) il soggetto sedicenne mi appare fragile e indifeso, esposto a una mole enorme d’immagini effimere, delle quali ne diventa complice e assertore inconsapevole. Prevale il disinteresse, quando non il disgusto, ma va anche aggiunto che neppure noi, cosiddette persone mature, siamo forti abbastanza per volere (o cercare di) contrastare  gli attuali comportamenti. Noi per primi siamo soggetti al canto delle sirene.

Sarebbe facile appellarsi alla crisi dei valori chiamando in causa la scuola (che non funziona) e la famiglia (che traballa, però non si deve dire), ma sarebbe sempre e comunque voler nascondere la polvere sotto il tappeto. Non voglio trastullarmi con questo luogo comune. Preferisco un no netto: di pifferai ne abbiamo anche troppi e non oso pensare a quali mezzi sarebbero capaci di ricorrere per attrarre chi di loro non né vuole assolutamente sapere.

Evitiamo che i sedicenni diventino nuova carne da cannone.

Beppe Cerutti

 

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