1 maggio, il discorso di Gabriele Cavallini Presidente del Comitato di Promozione dei Principi della Costituzione Italiana

1 maggio, il discorso di Gabriele Cavallini Presidente del Comitato di Promozione dei Principi della Costituzione Italiana

Carissime lavoratrici, carissimi lavoratori,

è un vero onore per me essere qui oggi 1° maggio, festa appunto delle lavoratrici e dei lavoratori e quindi festa di tutti noi, a nome del Comitato di Promozione dei Principi della Costituzione Italiana. Voglio iniziare questo mio intervento ringraziando i Sindacati per l’invito in un anno, il 2023, nel quale si celebrano i 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione.

Il lavoro è di certo uno dei principi fondativi della nostra Repubblica e della Costituzione, come recita l’articolo 1. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Sono passati pochi giorni da quando abbiamo festeggiato tutti insieme il 25 Aprile, festa della Liberazione e prima tappa verso la Democrazia. E della Democrazia è figlia l’idea di lavoro che i nostri padri costituenti avevano in mente e che dobbiamo avere in mente anche noi oggi. Nell’art. 4 si legge che “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Come recita poi l’articolo, il lavoro è anche un dovere per concorrere al progresso della società, ma è innanzitutto un diritto fondamentale.

Oggi i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sono spesso attaccati, disattesi, negati. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, costantemente sotto la pressione dei mercati e del progresso. Vecchi mestieri tramontano, nuove professioni sorgono. Vengono così sempre di più a crearsi vuoti normativi. Il pensiero può andare facilmente ai Riders, spesso di origine straniera, senza diritti perché in balia di multinazionali. Ai nuovi lavoratori del mondo culturale, perché di solito si pensa “va beh il lavoro nella cultura non è vero lavoro, anche se fai volontariato, va bene”. Il pensiero va inoltre ai tanti giovani che iniziano lavori innovativi, i lavori del futuro, ma che sono spesso a tempo determinato, con al massimo 1000 euro al mese. Così la vita può essere solo precaria. Che futuro possono immaginare? Ma il precariato lo si trova oggi in tanti settori del mondo del lavoro: nella scuola, nella ristorazione e nel turismo, nell’edilizia. Il lavoro cambia, si evolve, ma i principi devono essere sempre quelli: diritto al lavoro, dignità, sicurezza. Trovare soluzioni e strategie affinché tutto questo sia garantito è compito della Politica e dei Governi.

Cosa può fare invece il nostro Comitato? Testimoniare sempre che la Costituzione a proposito di lavoro parla di tutto questo: di diritto, di dignità, di “tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni” e di “formazione continua” (art. 35). Che Parla dei diritti delle “lavoratrici che a parità di lavoro devono avere la stessa retribuzione” (art.37). Tutto questo la Costituzione lo affronta. Perché invece oggi sembra di andare in direzione contraria? La Costituzione mostra ogni anno che passa di essere in grado di affrontare le questioni del presente e le sfide del futuro. Bisogna solamente essere disposti ad ascoltarla.

Come Comitato per la Promozione dei Principi della Costituzione Italiana ci impegneremo a ricordare che il lavoro è e sempre sarà la pietra angolare sulla quale è fondata la nostra Repubblica. E lo ricorderemo alla Politica, ma soprattutto ai cittadini, a noi stessi, perché i primi garanti dei principi costituzionali siamo noi, lavoratrici e lavoratori sulle quali e sui quali la Repubblica Italiana è fondata. Buona festa del lavoro.

Gabriele Cavallini,

Presidente del Comitato di Promozione dei Principi della Costituzione Italiana

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