Per ciò che è giunto e conosciuto sino a noi, Catone e Polibio sono i primi che descrissero i nostri territori. Catone un pò prima, ma è Polibio la pietra angolare delle nostre canoscenze in illo tempore. Egli scrisse che in principio la pianura alpino-padana era la terra degli Etruschi, scacciati dai Galli presenti nella terra intorno al fiume Po. A loro volta le tribù galliche soccombettero sotto le ficcanti scaramucce dei Romani. Scrive Polibio che altri due popoli presenti nella pianura Transpadana furono i Veneti e i Liguri: accenna brevemente sui Veneti, e menziona i Liguri. Il popolo dei Galli, detti anche Celti, erano composti da genti giunte da noi all’inizio dell’Età del Ferro, a partire dal IX secolo a.C. In verità molte altre presenze indigene, nomadi, stanziali o semi stanziali, vivevano nella valle padana e appresso al luogo in cui dal 218 a.C. venne fondata Cremona: la colonia romana di Cremona assieme a Piacenza. Cremona e Piacenza furono le prime due colonie che i romani vollero intorno al fiume Po.
Oggi trattiamo la Storia di Cremona nei suoi primi momenti di fondazione. Possiamo sciorinare cinque testimonianze di alto livello, ergo Velleio Patercolo, Asconio Pediano, Appiano, Polibio e Livio.
Livio è quasi un testimone unico sulla prima fase della historia di Cremonamque. Il testo è tratto da Livio “Perioca – 20” “[…] furono dedotte le colonie di Piacenza e di Cremona in Italia sul terreno sottratto ai Galli”.
Velleio Patercolo 1, 14, 8 “Dopo due anni fu dedotta la colonia di Valenza, e al momento della venuta in Italia (di Annibale) , le colonie di Cremona e di Piacenza” erano in essere.
Asconio Pediano “In Pison” 2, 3 l’autore riflette sul motivo per cui Cicerone diede quel nome a Piacenza quale nuovo municipio e cita la data del 31 maggio del 218 a.C. quale anno primo della guerra annibalica. Ciò avvenne sotto il consolato di Publio Cornelio Scipione, padre del primo e più famoso Scipione l’Africano e di Tiberio Sempronio Longo.
A Piacenza e a Cremona furono inviati 6000 nuove famiglie di coloni fra cui 200 cavalieri. Piacenza fu dedotta quale colonia Latina, che differisce dalla colonia romana, in quanto organizzazione statale autonoma, mentre le colonie romane erano distretti della Repubblica Romana.
Polibio III, 40 “mentre Annibale varcava i Pirenei con grande timore dei Galli, i romani, ascoltati gli ambasciatori inviati a Cartagine e avendo saputo che Annibale aveva varcato di già il fiume Ebro in Spagna con l’esercito. Il Senato romano si affrettava a portare a termine la Fondazione delle prime colonie nella valle padana: Piacenza e Cremona. Alacremente fortificarono le due città e ordinarono ai 6000 coloni inviati da Roma di farsi trovare nei due luoghi entro 30 giorni”.
Chiudiamo con Livio XXI, 25,1,3,5 dalla Spagna, Annibale aveva superato il fiume Ebro e si apprestava a superare le Alpi. Le tribù galliche dei Boi e degli Insubri, alla vista dei lavori delle fondazioni di Piacenza e Cremona che si stavano alacremente portando a termine e alla notizia dell’imminente arrivo dei cartaginesi, si ribellarono ai romani. Correva l’anno 218 a.C. Fu la prima guerra fra le prime due colonie romane contro le tribù autoctone. Piacenza e Cremona dettero la stura alla colonizzazione della Transpadanja e della Cispadanja.
Fine prima puntata.
Luigi Dossena
Fonti
- “La storia di Cremona” Pier Luigi Tozzi, pag 123, 124.
- “Ricerche sulla formazione della citta Nova di Cremona” Ugo Gualazzini Università di Parma
- “Parlacio e perilacio.” Ugo Gualazzini Università di Parma
- “La cataulada” Ugo Gualazzini Università di Parma