Sette vini prodotti, ma presto arriveranno novità straordinarie, squarcianti, il Metodo Naturale Ancestrale (rifermentazione in bottiglia): dal Malvasia di Candia al Lambrusco rosato, Rosso e Negar, quale sereno Mantra di riferimento, passando per l’Ancellotta, il Cabernet Sauvignon, la Malvasia ferma (bianco appunto fermo) e la Grappa. Ebbene, poteva mancare la Cantina Caleffi di Spineda all’appuntamento clou del movimento enologico italiano e internazionale, vale a dire il Vinitaly di Verona? Assolutamente no e così, i Caleffi, agricoltori, sognatori, visionari, viticoltori e imprenditori agricoli sul pezzo, sono tornati in quel di Verona Fiere, e … presentando la nuova linea di etichette, eccezion fatta per l’Evvea, hanno lasciato il loro positivo segno.
Gentili, disponibili, ospitali, spontanei, meravigliosi, sul pezzo ed entusiasti, Davide ed Emanuele, nel padiglione Fivi (per la cronaca uno dei più vivaci dell’Expo veronese lo spazio griffato dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) hanno accolto tutti per una degustazione col sorriso stampato sul viso. E le bottiglie Made in Caleffi, tutte uniche, premianti (e premiate) sono riuscite, coi loro “vestiti colorati nuovi” a colpire l’attenzione di chi è passato da quelle parti, emozionando.
Particolare non indifferente: questo 2023 ormai nel vivo, dal punto di vista enologico, ecco potrebbe essere anche, o meglio, ancora l’anno del Lambrusco. E i Caleffi hanno già risposto, alla grandissima, presenti.
Dulcis in fundo: la missione, intrapresa tempo fa a Spineda, cioè creare un’Igt (enologica) cremonese … sì prosegue a gonfie vele.
stefano mauri