“Non sono un giornalista vaticanista, ma un fedele/laico che guarda sempre quanto capita sulla religione in quell’ambiente. Pertanto, ho seguito l’andamento del conclave e dell’elezione pontificia. Qui esprimo le mie impressioni. Nostalgico del “buonasera” di Francesco, ho visto che l’attuale Papa ha letto quanto da lui scritto. Ciò non è mai avvenuto nel passato. Non è solo questione di stile. La letio magistralis ha affrontato molti temi che il suo predecessore aveva iniziato a risolvere. Ecco perché non si può tornare indietro, bisogna guardare avanti se si vuole veramente una Chiesa nuova, capace di accogliere tutti gli uomini e tutte le donne, aperta, aggregante, moderna e dialogante per raggiungere le intese. A guidarla è il cardinale Robert Francis Prevost (il cui motto è “in Colui che è uno, siamo uno”, cioè è un richiamo all’unità e alla comunione che caratterizzano il carisma agostiniano), diventato Leone XIV, sessantanovenne, nato a Chicago, dunque statunitense, da papà italo-francese e da mamma di origini spagnole, praticamente è di triplice razza. Però, a mio parere, non vorrà mai “fare l’americano”. Oltre ad una cultura generale è laureato in matematica e diplomato in filosofia a Philadelphia. Per non tacere l’esperienza di vita missionaria in Perù. A ben riflettere il riferimento al felino più feroce, riguarda due grandi Leoni storici, il primo detto Leone Magno, che ha distolto il bellicoso barbaro, Attila, dall’invadere l’Italia. Il secondo, Vincenzo Gioacchino Pecci, diventato Leone XIII, l’autore dell’enciclica Rerum Novarum, che riguarda, per la prima volta, la dottrina sociale, nel contesto della prima rivoluzione industriale, con particolare attenzione al mondo dei lavoratori. Non entro nel merito dei vari argomenti, preferisco soffermarmi sulla pace disarmata e disarmante. “Mai più la guerra” l’hanno gridato diversi Papi, da Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Francesco ed ora Leone. Tale appello è stato indirizzato ai “potenti” ovvero i capi dei vari Stati. Riusciranno finalmente ad ascoltare un cessate il fuoco voluto da tutti i popoli? Per concludere faccio un’ultima considerazione. Mi è piaciuto l’aspetto “umano” di Leone XIV quando ha mostrato grande emozione, forse nascondendo qualche lacrima. La stessa commozione l’ho provata io. Perché, riflettendo, in base all’età, è molto probabile che non vedrò la prossima elezione di un pontefice. Con un po’ di scaramanzia e di sincero affetto, auguro lunga vita al papato in corso. A mio avviso si è già creata un’empatia tra questo “pastore” e noi gregge (un miliardo e quattrocento milioni di cattolici). Quindi, caro Leone XIV, adelante, adelante!”
beppe torresani
Beppe Torresani, ripreso nella fotografia insieme a Emanuele Mandelli, Gianluca Savoldi e Alessandra Andreoli