Bottesini reloaded, il ritorno del basso festival targato Enzo Rocco nel bicentenario della nascita del compositore

Bottesini reloaded, il ritorno del basso festival targato Enzo Rocco nel bicentenario della nascita del compositore

BOTTESINI RELOADED

Crema, Teatro San Domenico, 24 – 26 settembre 2021

 Cadrà il 22 dicembre prossimo il bicentenario della nascita del cremasco Giovanni Bottesini, contrabbassista e compositore, figura di primo piano dello strumentismo ottocentesco italiano, la cui azione ha avuto ricadute incalcolabili sullo sviluppo della tecnica, della scrittura e dello stile di uno strumento considerato per decenni secondario.

Direttore d’orchestra, direttore del Conservatorio di Parma,  autore di un “Metodo per contrabbasso” ancor oggi studiato dai giovani aspiranti strumentisti, ma soprattutto estremo virtuoso del suo strumento, Bottesini ha letteralmente inventato il repertorio solistico per contrabbasso attraverso decine di sonate, divertimenti, concerti di grande difficoltà, ma di altrettanta musicalità e pregnanza compositiva.

La necessità di richiamare la figura di Bottesini si lega indubbiamente all’occasione del bicentenario della nascita, ma anche al desiderio di raccogliere l’eredità di una importante iniziativa che tenne banco a Crema per sei anni, dal 1998 al 2003, il “Bottesini Bassofestival”,  festival a cadenza annuale voluto allora dall’Assessorato alla Cultura del Comune “dedicato a tutti gli strumenti gravi in qualsiasi ambito musicale”.  Un festival in cui musica classica, jazz, rock, folk, contemporanea si alternavano e frammischiavano ad abbattere i confini fra generi e a cercare di coinvolgere pubblici eterogenei e spesso in origine separati da deleterie settorialità e preclusioni.

La proposta consiste dunque oggi nel riprendere l’idea di alcune serate di musiche “che si lascino ispirare dall’opera di Bottesini” e che illustrino il lavoro degli innumerevoli strumentisti e compositori che hanno dedicato i propri sforzi agli strumenti gravi, strumenti scarsamente utilizzati in precedenza e per questo aperti alla sperimentazione di nuove, inusitate possibilità espressive.  Il contrabbasso, ma anche strumenti a fiato dal registro grave (clarinetti, sassofoni, tromboni), oppure il basso elettrico, divenuti irrinunciabili nel lavoro di compositori ed interpreti del ‘900 storico, del jazz, delle avanguardie del dopoguerra, nonché di quella grande fetta di rock slegata da logiche di mero mercato.

Tre giorni di musica, particolare da sottolineare, che inseriscono la nostra città all’interno di un progetto più ampio e foriero di ulteriori, interessanti sviluppi attraverso due specifiche azioni:

  • – nell’ottica di apertura internazionale – cardine delle edizioni storiche del Bassofestival -, la ripresa della collaborazione col festival francese “Mardi Graves” – attivo da 26 anni con centro amministrativo a Montpellier;  il che si tradurrebbe, come già fu in passato, nell’elaborazione comune di proposte musicali da presentare prima a Crema e per essere in seguito inserite nel cartellone di Montpellier;
  • – nella medesima ottica, apertura della collaborazione con il festival di jazz e musiche improvvisate  italo-francese “Una striscia di terra feconda”, organizzato a Roma con il sostegno dell’Ambasciata di Francia e giunto alla sua ventitreesima edizione; il festival, pur non centrato sulla valorizzazione degli strumenti dal registro grave, ha incidentalmente rivolto le sue attenzioni al contrabbasso durante la sua ultima edizione e la direzione artistica si è mostrata interessata a portare a Crema alcuni dei risultati conseguiti nonché, soprattutto, a elaborare e discutere assieme ai curatori del “Reoaded” un progetto originale da presentare in esclusiva a Crema; progetto che sarebbe parallelamente e automaticamente inserito nella prossima edizione della “Striscia di terra feconda”.

 

Programma

 

VENERDI’ 24


ore 20.00 – Marco Colonna Quartet: POST COLONIAL BLUES

 

  • Marco Colonna, clarinetto basso
  • Giorgio Tebaldi, trombone
  • Luca Corrado, chitarra baritono
  • Cristian Lombardi, percussioni

 

Un inedito concerto di jazz contemporaneo innervato da radici folk e vitalizzato da un’energia non estranea a certo “post-rock” per il nuovissimo quartetto di Marco Colonna, caratterizzato, per altro, dalla presenza di strumenti gravi come il clarinetto basso e il trombone, ma anche da quella – rara e preziosa – della chitarra baritono, di cui Luca Corrado è indiscusso specialista.

 

“La musica pensata per questo quartetto è una riflessione sul carattere globale e multiforme della matrice pentatonica di molte musiche tradizionali. E su come questa matrice rappresenti una chiave per comprendere le vicinanze tra culture e le possibilità ancora non del tutto sfruttate della loro sinergia”.

 

Così presenta il suo lavoro Marco Colonna clarinettista e sassofonista romano –  classe 1978 – che un percorso personale ed uno stile unico hanno portato a diventare uno tra i più interessanti musicisti della sua generazione. Dal 2015 il suo nome ha iniziato a comparire nelle classifiche di fine anno dei media, nominato come uno tra i migliori suonatori di strumenti a fiato d’Italia  e inserito stabilmente fra i migliori musicisti di Jazz italiani (nel 2019 è al terzo posto della Top Ten della rivista Musica Jazz, dietro nomi storici qualli quelli di Enrico Rava e Franco D’Andrea).

 

 

 

SABATO 25


ore 10.00/17.00 – L’IMPROVVISAZIONE COME PRATICA CREATIVA: laboratorio di

  improvvisazione musicale per musicisti, danzatori, attori

 

Docenti: Paolo Damiani,  Daniele Roccato

 

Coordinato da due dei più importanti esponenti della musica improvvisata internazionale – entrambi anche  forti di una pluridecennale esperienza didattica in ambito accademico e non – il laboratorio indagherà a livello pratico diverse modalità e tecniche di improvvisazione e i partecipanti interagiranno fra loro attingendo al proprio bagaglio di provenienza, al di là dei generi e degli stili. Il workshop si propone di  sviluppare  le capacità di interplay e di ascolto, facendo leva sulla sensibilità, le conoscenze e le competenze artistiche di ciascuno.

 

 

ore 17.00 – ALLE ORIGINI DEL SUONO:

Angelo Contini (didjeridoo, corno tibetano, conchiglie, serpentone)                                                                              

 

Angelo Contini, noto per la sua attività di “trombonista estremo” – come si autodefinisce – nell’ambito della musica improvvisata, da molto tempo si dedica alla ricerca sul suono attraverso strumenti etnici in qualche modo affini al suo strumento principale. In questo concerto presenterà alcuni strumenti arcaici e antichi “che nel corso dei secoli hanno permesso ai popoli di comunicare tra loro ed esprimere i propri sentimenti scandendo i  ritmi quotidiani alla ricerca della spiritualità e benessere interiore”.

 

Contini rappresenta una delle prime e autentiche voci della scena italiana “free-impro” degli anni ‘70. E’ proprio il possesso di una tecnica estesa ed eterodossa sul trombone acquisita in questo campo – mai usata in senso enciclopedico, ma sempre con grande lirismo fisico – che lo ha portato negli anni ad avviare una personale ricerca attraverso strumenti provenienti da altre culture e esprimenti nuovi significati sonori.

 

 

ore 20.00 – SEMPRE PIU’ IN BASSO: il “Carré de Basses” invita l’Octobasse

 

Carré de Basses, quartetto di contrabbassi dell’Orchestre Nationale de Montpellier

Nicola Moneta, octobasse

 

Una occasione speciale e imperdibile per ascoltare la serie di trascrizioni di brani classici (ma anche di musiche per il cinema o per la danza) con il “Carré” – storico quartetto francese di contrabbassi con sede a Montpellier e capeggiato dall’infaticabile Jean Ané –  allargato alla prestigiosa e amichevolissima presenza di Nicola Moneta e del suo octobasse, il “contrabbassone” alto 3,85 m. che tanto affascinò Berlioz e la cui silhouette vorremmo fare assurgere a simbolo e immagine del festival.

 

Il “Carré de Basses” è attivo da venticinque anni e a poco dopo la sua nascita risale la collaborazione con Nicola Moneta, pressoché unico specialista attivo dello strumento e possessore di uno dei quattro soli esemplari di octobasse funzionanti nel mondo, repliche moderne degli unici due originali ottocenteschi custoditi uno al Museo del Conservatorio di Parigi e uno al Musikverein di Vienna.

 

Doverosa è parsa la riproposizione della formazione a Crema dopo uno storico, divertentissimo concerto tenuto nel 2000 nell’ambito del “Bottesini BassoFestival”: un evento che diede anche avvio al gemellaggio culturale che legò per qualche anno la nostra città al festival transalpino “Mardi Graves”, allora svolgentesi a Béziers. Un legame col passato per guardare al futuro, come si dice in questi casi, dato il valore non certo solamente simbolico di una presenza così légèrement grave nel programma del “Bottesini Reloaded”.

 

 

 

DOMENICA 26


ore 11:30 Mercato Austro-Ungarico – APERITIVO MUSICALE

 

 Angelo Contini (trombone) incontra i  partecipanti al Laboratorio di Improvvisazione Musicale

 

 

ore 17.00 – Paolo Damiani/Daniele Roccato: BOTTESINI LEGACY

 

  • Paolo Damiani – contrabbasso
  • Daniele Roccato – contrabbasso

con

  • Anais Drago – violino
  • Mariasole De Pascali – flauti
  • Francesco Fratini – tromba
  • Max Trabucco – batteria

 

Due artisti (e contrabbassisti) fra i più noti della scena internazionale in ambito sia jazzistico che classico-contemporanea, assieme a quattro straordinari e ormai affermati giovani musicisti, danno vita ad un concerto che vuole raccogliere la grande eredità creativa e performativa di Giovanni Bottesini.

 

Dicono Daniele Roccato e Paolo Damiani: ”Bottesini è stato uno straordinario innovatore. Facendo diventare il contrabbasso un’autentica miniera espressiva ci ha insegnato a vedere oltre le apparenze e le etichette. Ci ha insegnato che, simbolicamente, da qualunque luogo possiamo estrarre dei tesori, se solo abbiamo la cura di sgomberare il nostro campo creativo da preconcetti e strutture. Bottesini spesso elaborava temi popolari, come le arie d’opera, con le sue irresistibili soluzioni virtuosistiche. Le diverse versioni dello stesso pezzo, che troviamo sparse nelle varie biblioteche, come pure le testimonianze dirette, ci suggeriscono che fosse anche uno straordinario improvvisatore. Entrambe le prassi sono state successivamente sviluppate dalla cultura jazz. Un approccio filologico alla sua musica è fondamentale, ma credo anche che questo ci porti a raccogliere solo una parte della sua eredità. Se non vogliamo rimanere ad osservare il suo dito ignorando la direzione verso cui esso puntava dobbiamo proseguire nella sfida che la sua straordinaria avventura ci indica.

Il concerto non sarà su musiche di Bottesini, anche se compariranno, più o meno mascherate, diverse citazioni. Sarà piuttosto come raccogliere il testimone e avventurarsi, con fiducia e un po’ di incoscienza, negli spazi sempre nuovi della fantasia”.

 

Paolo Damiani, cui nel 2020 il mensile Musica Jazz  ha conferito il « Premio alla carriera », dal 1978 dirige proprie formazioni con cui ha partecipato ai più significativi  festival del mondo, suonando in oltre 1500 concerti. Già direttore del Dipartimento di jazz presso il Conservatorio di Santa Cecilia, è stato direttore dell’ONJ – Orchestra Nazionale Francese di Jazz -, ha fondato e diretto diversi importanti festival internazionali di jazz (“Una striscia di terra feconda” e «Percorsi Jazz» di Roma,  «Rumori Mediterranei» di Roccella Jonica, “Atina jazz”) e ricevuto innumerevoli nomine in commissioni ministeriali inerenti la ricerca e la formazione in ambito artistico e musicale.

 

Daniele Roccato è stato invitato a suonare nelle sale da concerto più prestigiose del mondo. Per lui hanno scritto Gavin Bryars, Ivan Fedele, Hans Werner Henze, Terry Riley, Nicola Sani, Stefano Scodanibbio, Sofia Gubaidulina (“…la sua interpretazione mi ha totalmente sconvolta, non ho mai sentito un contrabbasso suonare in questo modo”). Ha scritto le musiche per numerosi spettacoli di danza di Virgilio Sieni e diversi autori di teatro e di cinema, oltre ad avere collaborato con moltissimi artisti di riferimento nel campo della creazione estemporanea e dell’improvvisazione. Titolare della cattedra di contrabbasso presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha tenuto seminari presso i conservatori, le accademie musicali e le universià di Parigi, Berlino, Oslo, Copenhagen, San Francisco, Città del Messico, l’Havana.

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