Chiudere certe stazioni prima dei porti e questioni di leadership nel Granducato

Chiudere certe stazioni prima dei porti e questioni di leadership nel Granducato

Sì è stata purtroppo l’ennesima, maledetta settimana bestiale questa per i pendolari (eroi post moderni da nominare Senatori a Vita per la rottura di zebedei che subiscono, loro malgrado, quotidianamente) da rotaia del Granducato del Tortello.

Ergo, anziché chiudere i porti, perché prima non si chiudono, sostituendole con convogli moderni e degni di tale nomi o addirittura con pullman veloci su strada (previa quindi soppressione definitiva dei poli ferroviari oggi ufficiosamente inutili) certe stazioni e ferrovie da Far West? La parola a Toninelli, Di Maio, al Premier (già chi è, come si chiama?) o al Governatore Fontana. Anzi no, a Salvini che tanto tutto passa da lui, o no?

Rendiamoci conto: quando negli Usa il progetto, ci lavora tra gli altri l’ingegnere cremasco Pier Giorgio Assandri, per organizzare gite nello spazio è avanzatissimo, nei gironi scorsi alla stazione di Crema al posto di un treno degno di tale nome è arrivato un vagone scassatissimo. Che senso ha questa cosa? Ah… mannaggia a non saperlo.

Intanto la ricerca di un leader, che secondo molti (compreso il guizzante, mai banale, intelligente e incisivo giornalista, scrittore, sindaco Antonio Grassi, extraterrestre da Casale Cremasco) Stefania Bonaldi, Borgomastro della capitale del Granducato del Tortello (Grassi sicuro sia una Repubblica quella del Cremasco?) mah… (a torto o per carità secondo ragione elaborata) proprio in fatto di leadership difetta col suo ruolo di portavoce globale che fatica a esserle riconosciuto, ohibò … è appassionata attività che tiene sempre banco.

Orsù allora perché non indire, a tal proposito, le “Tortelezioni”, vale a dire un suffragio popuniversale, una tornata elettorale, magari (perché no) piazzando i candidati nella vetrina, sulle quattro vie di Crema, famosissima dell’Enrico IV Live e … nominarli, ehm votarli. Poi il più cliccato o apprezzato, insomma l’eletto diventi il Faro del territorio praticando questa benedetta o maledetta leadership oggi non praticata e assolutissimamente da esorcizzare, no?

Nel frattempo il mondo corre. E noi fermi aspettiamo treni in ritardissimo o che mai passeranno.

Stefano Mauri

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