Prosegue l’emergenza nazionale contro la quale anche il Governo è corso ai ripari, sin dal mese di giugno dello scorso anno, con un decreto legge relativo alle “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”, approvato dal Consiglio dei ministri che, però, pare ancora disatteso.
Ci si aspettava una rivoluzione ma, di fatto, nemmeno gli operatori sanitari hanno ben compreso il funzionamento: un vero e proprio rompicapo.
A farne le spese, sono -ancora una volta- i poveri pazienti i quali, il più delle volte, rinunciano alle cure oppure si indebitano per fare esami diagnostici sino ad arrivare ai tristi epiloghi allorquando vengono “dimenticati” dalla struttura nonostante siano in lista per interventi salvavita.
Solo 6 tra le 21 Regioni e province autonome forniscono informazioni trasparenti e chiare.
I tempi di attesa sono oggi il sintomo più grave della crisi organizzativa e professionale del servizio sanitario nazionale: si creano pesanti disagi per i pazienti, peggiora gli esiti di salute e fa lievitare la spesa privata, che impoverisce le famiglie e può portare anche a rinunciare alle cure.
Paradossalmente, a fronte della rilevanza del problema, non esiste una rendicontazione pubblica completa e trasparente sui tempi di attesa.
Nonostante gli interventi governativi, pare che l’annoso problema delle liste d’attesa non si risolverà così celermente se non verranno previsti anche dei fondi per rendere concreti questi diritti.
Codacons: “Le prestazioni sanitarie pubbliche sono, da anni, un miraggio: tempi di attesa lunghissimi che vanificano e ledono il diritto alla salute garantito anche dalla Costituzione. Quanti pazienti, seppur malati, decidono di sospendere le cure e le visite non potendo permettersi visite, esami e ricoveri in solvenza? Il diritto alla salute è imprescindibile!
Il Codacons ha salutato con favore il decreto legge con la speranza che, nello scenario della Sanità Pubblica, qualcosa potesse cambiare ma, a distanza di quasi un anno, nulla è mutato.
Le liste di attesa sono chiuse: questo si sentono dire i cittadini che si rivolgono alla Sanità per un esame, per tutelare un loro diritto, quello della salute.
La Via Crucis non è ancora conclusa: i cittadini hanno bisogno di esami clinici immediati, ma si vedono fissare il proprio appuntamento, anche fino a 2/3 anni di distanza.
A tutti i cittadini, pazienti e associati ricordiamo la nostra battaglia e segnaliamo che è a disposizione uno sportello di assistenza legale appositamente dedicato alla malasanità al quale possono essere inviate anche segnalazioni: non esitate a contattarci! Sempre attivi e sempre con Voi, per informazioni sul tema potete contattare lo Sportello S.O.S. Malasanità del Codacons all’indirizzo codacons.crema@gmail.com o al recapito 347.9619322”.