Con un tuffo nel 1987 è partito da Crema con un sold-out il tour dei Pink Sonic

Con un tuffo nel 1987 è partito da Crema con un sold-out il tour dei Pink Sonic

Rifare i Pink Floyd non è facile. Rifare i Pink Floyd nel loro momento di splendore gilmoriuano meno ancora. Tra il 1987 ed il 1994 i Pink Floyd sono stati una macchina da concerti. Ho avuto la fortuna div ederli due volte in quel periodo. Ricordo sopratutto la data del 20 maggio 1989 all’autodromo di Monza, uno spettacolare concerto di fronte a 80 mila presenti. Ecco l’atmosfera che i Pink Sonic cercano di portare sul palco è quella. Il palco adatto agli stage dei teatri ricalca in piccolo quella che era la struttura scenica della band in quegli anni, e anche la scaletta. Ignorando del tutto The Division bells e puntando tutto su A Momentary Lapse of Reasonil disco che nel 1987 aveva riportato i Floyd nei negozi per la prima volta senza Roger Waters e dopo le dispute in tribunale sul nome.

Non era facile sopravvivere a quel mito e i Floyd degli anni ’80 cercarono di farlo con un disco compatto, melodico, in cui la chitarra di David Gilmour prendeva il sopravvento su tutto e tutti. E con una produzione faraonica. Ecco il bel disegno delle luci, dei laser, con le 400 lampadine a fronte palco sparate su chi era come me in prima fila, lo schermo tondo da 5 metri con i video che i Floyd usavano all’epoca hanno fatto del concerto dei Sonic al San Domenico una sorta di pillola filologica su quello che si sentiva nelle arene della musica dal vivo Floydiana in quegli anni.

Un concerto per nerd musicali e appasionati della musica che ha immerso il teatro cremasco per due ore abbondanti in una atmosfera da evento. Un sold out a teatro per quella che rimane una tribute band? Eh, qui si apre il solito discorso che ho fatto più volte sull’opportunità o meno che si facciano tributi. In questo caso non avendo più a disposizione l’originale e proponendo qualcosa di un epoca che non c’è più è dovuto. Per chi non potrà mai vederli e per chi li ha visti e vorrebbe ricordarselo. Ho pure preso la maglietta dopo il concerto.

Dicevamo della scaletta. Aperta dalle parti da uno a quattro della suite Shine on you crazy diamond, chiusa dalla rutilante Run like hell, in mezzo ha visto sopratutto i brani del disco del 1987. Li aspettavo al varco per alcuni passaggi, su tutti The great gig in the sky, rifare la performance vocale di Clare Torry per le corsite non era facile. Hanno affidato tutto sulle spalle di una sola e la cosa ha retto. Non sto a disquisire su altre cose tecniche da nerd che mi sono appuntato. Chi se ne frega. Una gran bella serata. Punto

emanuele mandelli

 

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