Si chiude, a Rimini, il XIX Congresso Nazionale CGIL, quattro giorni di confronto e partecipazione all’interno dei quali sono molti i temi trattati e che saranno da affrontare con determinazione.

Al centro della discussione le disuguaglianze, i livelli di precarietà e disoccupazione, il lavoro povero e le questioni del reddito, ma anche una presa di consapevolezza che oggi i tempi siano maturi per affrontare, come già accade in altri Paesi europei, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Il Congresso si è aperto Mercoledì 15, con la relazione del Segretario Generale Maurizio Landini che ha posto le basi di una discussione partecipata da 77 interventi di delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori da tutta Italia.

Tra i momenti che hanno caratterizzato questo appuntamento, espressione di democrazia della CGIL, che con i suoi oltre 5 millioni di iscritti è il sindacato maggiormente rappresentativo, l’incontro delle opposizioni al Governo Meloni, partecipato da Elly Schlein (neo segretaria del Partito Democratico), Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Carlo Calenda (Azione), che nel dialogo moderato da Lucia Annunziata provano a mettere le basi, stimolati da Landini, per un progetto in grado rappresentare politicamente le molte istanze del mondo del lavoro e della società civile.

Un altro appuntamento, quello che mediaticamente ha sicuramente avuto più risalto, un appuntamento a suo modo storico, è stata la partecipazione di Giorgia Meloni, che ha accolto l’invito istituzionale della CGIL e ha riportato sul palco del Congresso un Presidente del Consiglio dopo 27 anni dall’ultima volta (fu Romano Prodi nel 1996). Comprensibilmente fredda l’accoglienza della sala senza contestazioni se non quella, civile, della minoranza congressuale che ha abbandonato la sala. Meloni ha rivendicato tutte le scelte – non condivise dalla CGIL – del Governo, dall’abolizione del reddito di cittadinanza al “no” a un salario minimo. Unico, timido, applauso quando la Presidente del Consiglio ha condannato l’assalto da parte di “gruppi di estrema destra” alla sede nazionale del Sindacato. Tra i pochi punti di convergenza, secondo Meloni, il “patto per la terza età”.

“Il patto per la terza età? A parte che non ci ha spiegato dove saranno prese le risorse” – dichiara Mimmo Palmieri, Segretario Generale SPI CGIL Cremona presente a Rimini come delegato – “vorrei poi ricordare alla Presidente Meloni che quel patto è stato trattato a lungo durante il Governo Draghi mentre non mi risulta che ci siano stati confronti con questo governo”. 

“Meloni ha aperto e chiuso il suo intervento, che per chiarezza non ci ha affatto convinti, ricordando che il 17 marzo si celebra l’Unità d’Italia – commenta Elena Curci, Segretaria Generale CGIL Cremona – allora blocchi subito una riforma, quella dell’Autonomia Differenziata, che quell’unità la disgregherà, creando ulteriori disuguaglianze economiche e territoriali”.

Anche i temi dei diritti e della pace hanno trovato ampio spazio all’interno delle giornate di congresso: migranti, diritti di genere e LGBTQIA+ e molti interventi di ospiti che ne hanno portato preziose testimonianze tra cui quelle di Pegah Moshir Pour (attivista iraniana) e della famiglia Regeni.

L’ultimo giorno si conclude con Maurizio Landini che, rispondendo alla Presidente Meloni, rimarca le distanze nel merito “la delega fiscale favorisce i ricchi, se si pensa che tutto si debba puntare su imprese e crescita, Meloni parte da un presupposto sbagliato, noi vogliamo dirlo chiaramente: il valore è generato da lavoratrici e lavoratori e a loro, la ricchezza generata, deve essere redistribuita tra loro, perché non è possibile che chi lavora sia povero e che si combattano i poveri e non la povertà”, ma anche nel metodo “ci è venuta a raccontare di 20 incontri e di apertura al confronto, fino ad oggi quegli incontri sono state comunicazioni a senso unico” e, infine, lancia la mobilitazione “con CISL e UIL la CGIL è pronta a mobilitarsi con tutti gli strumenti disponibili, anche con lo sciopero generale se sarà necessario”.

Si aprirà, ora, una fase di forte cambiamento all’interno del sindacato che aprirà ulteriormente le proprie sedi, i propri presidi, per tutelare, sempre di più e con sempre maggior determinazione, i diritti di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, cittadine e cittadini. Persone.

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