E’ un festival strano questo di restaurazione contiana. Intanto perché hanno trovato il modo per non fare i raffronti con i 5 anni di Amadeus, semplicemente cambiando la metrica con cui si rilevano gli ascolti. Se fino all’anno scorso venivano conteggiate solo le tv da quest’anno, giustamente, nel calderone finiscono anche gli ascolti derivanti da cellulare, tablet e pc. Giusto eh, ma dire che il festival di Conti batte in ascolti quello di Amadeus è ingiusto.

Notazioni tecniche a parte tutto e mutato pur sembrando tutto uguale. A partire dalla dimensione dei pezzi. Stamattina il buon Simone Cristicchi ha fatto sapere che il pezzo che sta commuovendo a buon mercato “Quando sarai piccola” era stato rifiutato da Amadeus già 5 anni fa. Ci sta, si punta all’emozione, alla famiglia, ai valori. Quando anche un cantautore raffinato come Brunori Sas è arrivato a Sanremo con un pezzo sulla famiglia. E’ evidente che Conti punta ad altre platee e ad altre emozioni.

Quindi lo spirito è quello della restaurazione soft. Via qualsiasi cosa che possa essere polemica o impegnata. Le due serate andate fino ad ora sono state perfette. Lucide, lievemente soporifere come una tisanina rilassante. Tanto è vero che anche i commenti sui social si sono fatti molto meno caustici. Io stesso che amo commentare a raffica nelle sere sanremesi ci ho provato un po’ stancamente la prima sera e la seconda non ho fatto un post.

Parlando di tematiche. Tutto passa in secondo piano e tutto viene disinnescato senza colpo ferire. Prendi ad esempio i giovani. Quattro canzoni. I due maschietti con canzoni classicamente sanremesi, le due canzoni al femminile ritmate e con messaggi quantomeno interessanti: entrambe nellla sfera del sesso e del consenso. Segate. (oddio potrei usare una parola diversa). Ieri ho ascoltato la versione di studio di tutti i pezzi in gara. Non c’è un pezzo davvero osceno, di quelli che fanno talmente schifo da diventare trash e quindi cult. Nemmeno i Modà sono terribili. Nemmeno Fedez, che anzi è tra quelli apprezzati.

Certo ci sono un paio di ufo. Di uno ci si è accorti. Parlo di Lucio Corsi che con gentilezza e competenza e rimanendo se stesso ha portato un pezzo dalla forte cultura rock, David Bowie è aleggiato più volte sul palco, e con un bel messaggio di normalità. L’altro ufo per ora i radar non l’hanno inquadrata. La stupenda Eco di Joan Thiele, un capolavoro che starebbe bene in un film di Tarantino, è andata in orario molto tardo martedì e ieri non era in  gara. Per cui è ancora un oggetto da scoprire. Speriamo che stasera sia tra le prime.

Attendiamo quindi questa terza serata. Il giovedì è la serata più stanca già per definizione. Si hanno sulle spalle già due serate. Le canzoni si conoscono. Non c’è la curiosità delle cover e neppure l’adrenalina della finale. Non ci sono neppure tutti. Aspettiamo giusto la normalizzazione anche di Edoardo Bennato che dovrebbe a mio parere suonare Sono solo canzonette sul palco che appunto criticava, tra gli altri, in quel pezzo.

Per il resto che dire della seconda serata andando al di fuori della musica? Bianca Balti è stata chiamata per il discorso di sopra buoni sentimenti. Ha cercato lei stessa di disinnescare la cosa in conferenza stampa ma la presentazione di Conti come “guerriera” ha rimosso la richiesta. Va bene, ce l’ha messa tutto con il sorriso e l’allegria. Frassica ha fatto quello che doveva. E lo ha fatto bene. La Malgy non ha punto più di tanto. E in orario decente tutti a ninna.

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