Corrado Occhipinti Confalonieri racconta la vita del suo avo al Caffè Letterario

Corrado Occhipinti Confalonieri racconta la vita del suo avo al Caffè Letterario

Porta il nome del santo, del quale è discendente e dal quale lo separano venti generazioni, ha deciso di rendere onore alla sua memoria scrivendo un romanzo avvincente come una storia di avventura e allo stesso tempo capace di entrare con delicatezza e umanità nella rocambolesca vita di san Corrado, patrono di Noto, e in quella non meno sorprendente della moglie Eufrosina. Entrambi rivivono in ‘La Moglie del santo’ (Minerva) nel romanzo di Corrado Occhipinti Confalonieri che ha ricostruito la storia di una coppia capace di una grande intesa spirituale ma legata fino alla fine da un amore appassionato, fortemente fisico ma capace di elevarsi al massimo grado della spiritualità sull’esempio di san Francesco, unendo la precisione dello storico a un linguaggio affettuosamente partecipe e coinvolgente. Attraverso la ricostruzione del contesto storico, politico e religioso in cui hanno vissuto i personaggi, l’analisi dell’albero genealogico e ricordi di famiglia, l’autore fa emergere un sorprendente sacrificio d’amore rimasto fino ad oggi sconosciuto.

Un sacrificio d’amore che verrà raccontato da Occhipinti Confalonieri al Caffè Letterario di Crema, la sera di lunedì 25 novembre in sala Bottesini dell’istituto Folcioni, conversando con Tiziana Cisbani. L’appuntamento è per le 20,45, l’ingresso è libero; ad accompagnare i protagonisti ci saranno gli intermezzi musicali di studenti dell’Istituto Folcioni.

Come tutte le serate del Caffè Letterario, anche questa è stata resa possibile dal contributo delle aziende che sostengono l’associazione culturale: Associazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca e mantovana, Comitato Soci Coop di Crema, libreria La Storia di Crema, Icas di Crema, il quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, Teicos di Pandino e, naturalmente, la Fondazione San Domenico che ospita gli appuntamenti.

Corrado Occhipinti Confalonieri unisce l’amore per la storia di famiglia alla capacità analitica dello storico. Laureato in Scienze politiche con tesi in storia del Risorgimento ha preso la specializzazione in Diritto ed economia dell’Unione europea. E’ autore di un saggio sul Circolo dei nobili fra ancien régime e liberalismo (“Il Risorgimento”, 1992, 1) e di uno sul progetto di Unione franco britannica del giugno 1940 (“Rivista di studi politici internazionali”, 2018, 4). Finalista del concorso letterario Un giorno di Joyce indetto dal “Corriere della sera”, collabora con il mensile “Medioevo” e altri periodici su argomenti storici. Si occupa anche di divulgazione storica e novità librarie sui social (Instagram e Facebook) dove riscuote un ampio seguito. La moglie del santo è il suo primo romanzo.

Siamo a Piacenza nella prima metà del 1300. La città è martoriata dalle lotte tra le fazioni cittadine per la conquista del potere. Il nobile guelfo Tommaso Confalonieri spinge affinché il figlio Corrado prenda in sposa Eufrosina Vistarini, di famiglia ghibellina alleata alla stirpe emergente dei Visconti di Milano. Durante i primi anni di matrimonio Corrado appare apatico e sfuggente, sembra interessato solo agli svaghi, fino a quando un evento straordinario sconvolge la sua esistenza. Per stanare dalla foresta un grande cervo a cui da tempo dà la caccia, ordina ai suoi battitori di appiccare il fuoco alle sterpaglie circostanti. Ma il vento cambia improvvisamente direzione e distrugge così venticinque ettari di campi coltivati, oltre a case e ad armenti. All’inizio Corrado non vuole neppure credere all’apparizione miracolosa che durante il disastro salva la vita del fratellastro Pietrino. Sopraffatto dal timore della punizione e dall’onta che quel gesto sconsiderato getterebbe sulla propria famiglia, costringe il suo seguito a non profferire parola su quanto accaduto.

Eufrosina però si rende subito conto che a suo marito è successo qualcosa di estremamente grave. Si fa raccontare da Corrado la terribile verità e promette di stargli vicino. Quando Corrado viene a sapere che un contadino sottoposto a tortura ha confessato e che è stato condannato a morte , si trova di fronte a un bivio: o si attribuisce la colpa oppure avrà sulla coscienza anche la fine di un innocente. La decisione è quella che gli viene dettata dal suo onore di cavaliere.
Eufrosina capisce che la loro esistenza è cambiata radicalmente: non è un caso che nel bosco Corrado abbia ricevuto quell’apparizione e che poi, confessando , abbia salvato dalla forca proprio quel contadino.
Per salvare l’anima di Corrado dall’orgoglio che lo stava annientando, Eufrosina si rende conto che suo marito deve seguire un percorso da penitente. L’unica strada di conversione che può intraprendere un uomo sposato è quella di farsi frate francescano. Ma questa scelta implica che lei debba entrare nelle clarisse come monaca di clausura.

Come estremo atto d’amore, Eufrosina propone a Corrado di farsi frate e lei sceglie di prendere i voti con il nome di suor Giovanna.

Eppure sono innumerevoli gli ostacoli familiari, politici e religiosi che lei e Corrado devono superare per il compimento del loro rivoluzionario progetto di vita. Sarà sempre Eufrosina a incoraggiarlo e a dargli forza nei momenti di smarrimento, dimostrando un coraggio e una tenacia fuori dal comune.
Il loro amore da fisico si trasforma in spirituale e sarà il filo rosso che li tiene uniti nonostante la lontananza. Eufrosina non saprà più nulla di lui per molti anni. Solo dopo la morte di Corrado alcuni suoi amici partono da Noto alla volta di Piacenza, dove le raccontano la santa vita del marito che lo ha portato a compiere numerosi miracoli. Scopre così che il proprio sacrificio non è stato vano e che lui non l’aveva mai dimenticata: nella piccola borsa che Corrado teneva con sé, vengono ritrovate due piccole croci a forma di tau, simbolo del loro amore.

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