Apro l’home page di La Repubblica. Tra i pezzi dedicati a Sanremo spicca un pezzo dell’inviata Annalisa Cuzzocrea con questo titolo: “Marketing o sincerità? La messa cantata di Cristicchi è la lente per capire il Festival”, si riferisce al concerto che Simone Cristicchi ha tenuto ieri nella cattedrale di San Siro.

Il sottotitolo recita: Dopo l’Ariston, concerto in cattedrale. Centinaia di fan in coda da ore per ascoltare pensieri e canzoni dell’artista che sta dividendo il Paese. Questa notizia appaiata alla dichiarazioni di questi giorni che sparse dicono che la canzone che sta commovendo il festival era già stata scartata da Amadeus 5 anni fa, che nei festival di Amadeus si sarebbe sentito a disagio (perché?) e che per lo spettacolo Magazzino 18 ha avuto bisogno della scorta per colpa dell’odio della sinistra sulle foibe direi che collocano definitivamente il fenomeno Cristicchi nella zona cantautorato di destra.

Lo so che è sempre sgradevole collocare un artista in un area politica, a meno che non sia lui a farlo. Ma l’operazione messa in campo mi sembra evidente. Ed è di certo la più evidente del festival di piccola restaurazione, come raccontavo ieri, messo in campo da Carlo Conti. Nulla di sconvolgente. Anche perché un altro titolo de La Repubblica riporta le dichiarazioni del Generale Vannacci sbarcato (termine perfetto direi) a Sanremo: “Per godermi lo spettacolo dovrò dichiararmi antifascista?”.

Non c’è nulla da fare in questo paese anche le canzonette dividono politicamente. Lo sapeva bene Edoardo Bennato che 40 anni fa scriveva Sono solo canzonette per attaccare Sanremo e le feste di partito che macinavano la musica. E che ieri sera, sberleffo o resa, è andato a suonarla sul palco di Sanremo. Uno dei grandi corticircuiti che da sempre ci regala la manifestazione. Intanto parlando di corto circuiti e grandi ritorni i Duran Duran si sono presi l’Ariston. Tornati su quel palco 40 anni dopo. In gran forma per essere dei vecchietti, e noi che ricordiamo l’esibizione del 1985 con loro.

Hanno riproposto Wild Boys oltre che un medley dei loro pezzi impreziosito da Psyko Killer dei Talking Heads con la bassista Victoria de Angelis a fare da glammissima ospite. E così 2/4 dei Maneskin sono tornati sul luogo del delitto. Damiano si è preso i cuori teneri con il tributo a Dalla e Victoria quelli rock. Mostrando che insomma non sono poi quella fuffa che ancora si dice.

Ma il vero fenomeno della serata è stato l’undicenne Samuele Parodi, che un po’ Sarabanda un po Rischiatutto sa tutto su Sanremo e lo dimostra, e sa anche già presentare. Bene, siamo apposto fino al 2060, anche se noi non ci Sanremo Sanremo ci sarà ancora. Certo quest’anno ti distrai un attimo e la serata è finita. Tutto di corsa per stare in tempi umani e far finire il Dopofestival prima dell’alba. E la musica? I 5 premiati di ieri sera sono Brunori Sas, Gabbani,Olly, Irama e soprattutto i Coma Cose.

Come da raffinato duo indie si siano trasformati in un incrocio tra i Ricchi e Poveri 2.0 e dei Romina e Albano col cellulare è un mistero. Continuano a piacere? Si credo di si. Forse. Non so. Cuoricini è un flagello la sentiremo all’acqua gym per anni e, come rileva una amica, ci pagheranno le bollette per anni per cui evviva, per loro. Intanto siamo alla serata delle cover e dei duetti. Vediamo se anche stasera si finirà sprint.

em

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