Cronistoria di un pellegrino laico sul cammino di Santiago

Cronistoria di un pellegrino laico sul cammino di Santiago

Quando sono partito per Santiago non cercavo niente, e l’ho trovato. Sono un felice pensionato di 66 anni e dopo otto cammini di Santiago, iniziati in Francia o in Spagna, quest’anno ho deciso per il mio ultimo percorso di seguire le orme dei pellegrini del medioevo partendo proprio da casa. Il 21 aprile ho iniziato il mio cammino di quasi 2400km, scendendo a Genova e seguendo la via della costa verso ponente, trovando ospitalità presso conventi, monasteri e parrocchie varie. Ricordo in particolar modo l’accoglienza del parroco della Sacra Famiglia di Imperia, che alla mia domanda di dove avessi potuto lasciare un donativo rispose: “se accettassi dei soldi verrei meno al mio compito di assolvere un principio fondamentale della religione Cristiana il quale dice: ero forestiero e mi avete ospitato”, oppure la titolare di una pizzeria, sempre ad Imperia, che alla richiesta del conto mi rispose: “A Santiago di una preghiera per me e siamo a posto”.

Entrato in Francia dal confine di Ventimiglia e transitando per Montecarlo sono arrivato A St. Maximin La Sacre Baume, dove ho visitato il sepolcro di Maria Maddalena, proseguendo poi fino a Carcassonne dove ho incontrato per la prima volta dopo tanto tempo di solitudine un altro pellegrino con cui ho proseguito fino a Lourdes.

A Le Mas d’Azil ho avuto occasione di poter cambiare l’opinione che mi ero fatto riguardo ai francesi, dopo oramai tanti giorni di pellegrinaggio, venendo ospitato dal Pastore della Chiesa Riformata Evangelica che al mattino seguente mi ha invitato in Canonica per la colazione, benedicendo il mio percorso. La seconda occasione per cambiare opinione sui francesi è arrivata quando a Lourdes son stato gentilmente accolto per 2 giorni da due hospitaleri molto gentili e premurosi. Proprio in questo luogo ho avuto il piacere di ritrovarmi con una comitiva del mio paese, accompagnata dal nostro parroco Don Mario; e finalmente dopo 40 giorni di solitudine ho potuto apprezzare un po’ di “compagnia nostrana”. Inoltre, devo ammettere di essermi sentito molto orgoglioso quando Don Mario durate la messa ha elogiato il mio impegno per questa avventura.

Il giorno dopo son ripartito, nuovamente alla volta della spagna, e tra monti e boschi fitti sono giunto a Puente de la Reina dove tutti i cammini provenienti dall’Europa si congiungono.

Da Puente la Reina fino a Santiago, Finisterre e Muxia si incontra il mondo intero: lituani, polacchi, italiani, portoghesi, e persino asiatici, americani e australiani. Qui il cammino si sveste della sua spiritualità per assumere una forma più turistica: ostelli sempre più comodi, lavatrici e asciugatrici per il bucato, furgoni che trasportano zaini di tappa in tappa, sentieri che diventano larghi come autostrade e cosa più importante, frecce che indicano la strada ai pellegrini (le quali mi sarebbero tornate molto utili durante il percorso in Francia!). La cosa comunque più bella che si trova a questo punto del percorso è il rapporto umano fra persone totalmente estranee, a Somport ho conosciuto una ragazza giapponese, Akiko, che ogni anno si prende una settimana di ferie e fa un tratto di cammino, sulle mesetas un neo pensionato spagnolo della Guardia Civil e un’italoargentina che pur avendo delle vesciche enormi sui talloni ha completato il cammino andando ben oltre Santiago senza mai lamentarsi, Anna una signora bergamasca e la sua incontenibile emozione alla Croce di Ferro, una gentile e  spiritosa  signora di Cesuna di Roana con i quali ho stretto un rapporto di sincera amicizia, e oltre a questi altre persone ancora, di cui ora nomi e volti si confondono nella mia testa. L’intinerario è soprattutto umano. La dimensione spirituale e religiosa esiste, sia chiaro, ma quella pratica prende il sopravvento, quando e dove mangiare, dove trovare dell’acqua, come curare le vesciche, come riuscire a dormire. Si fa il cammino per pensare, e se ne si esce completamente vuoti.

In conclusione, come dicono gli spagnoli, il cammino moderno è: “andar, beber, comer e dormir” (camminare, bere, mangiare e dormire) e io aggiungo “fatica, sudore, sterco di vacca e mosche”, ma in qualunque caso un esperienza indimenticabile.

 

Piernando Aiolfi

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