Gianpiero Ventura, mister Libidine per i calciofili postromantici quindi ha varato il (suo) nuovo corso alla guida della nazionale azzurra.

Tecnico preparato, persona seria, colta, uomo di mondo e soprattutto Pensiero, Ventura non avrà un compito semplice, ma da calciofilo capace qual è, ecco si farà trovare pronto. Che Italia sarà la sua? Allora almeno all’inizio, il suo 3 – 5 – 2, magari più elaborato e meno arrembante, cioè più simile a quello di Allegri che a quello del suo predecessore (azionalista massimalista) diretto, negli interpreti, non si discosterà molto da quello ammirato ai recenti Europei, probabilmente al posto di Pellè vedremo Andrea Belotti o Pavoletti, sicuramente troveranno, nel medio periodo spazio elementi del calibro di Lapadula, Berardi, Boselli, Ferrari, Mandrogara e Zappacosta. Questo senza dimenticare il recupero degli infortunati illustri Marchisio e Verratti i quali, alla causa italica, riporteranno verve, calcolo, esperienza e poesia.

Sì poiché il football di Ventura, essenzialmente, rispetto a quello forsennato, pratico di Conte è, per così dire, poesia.

Nota a margine, Ventura (tenterà a produrre un’Italia eccitante e convincente) ha accettato la staffetta da Conte, testimone pesantissimo rifiutato, metaforicamente, virtualmente e concretamente da altri professionisti blasonati quali, tanto per fare un nome, sua maestà Fabio Capello. Ergo all’ex allenatore del Torino, tanto per iniziare e gradire, per il coraggio esibito, vanno i migliori auguri e applausi sinceri. In bocca al lupo signor Gianpietro. Anzi, crepi.

Stefano Mauri

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