Del perchè i Rats non saranno mai Fuoritempo, una non recensione del disco live

Mentre lavoro ho preso da qualche anno l’abitudine di tenere in sottofondo la radio. Un’abitudine presa nelle lunghe e angoscianti sessioni di smartworking durante pandemia. Allora era un flusso costante di notizie, Radio1, per tenersi il più possibile informato sull’andamento del Covid. Adesso sono tornato in parte al mio vecchio amore, Radio2. Al mattino dalle 10.30 c’è un programma che ho sempre amato, Radio2 Social Club. Luca Barbarossa e Andrea Perroni cazzeggiano molto, ma parlano anche molto di musica. E hanno un sacco di ospiti musicisti che suonano dal vivo.
Spesso mi sono trovato ad apprezzare musicisti che magari avevo snobbato sentendoli suonare live. Come nel caso di Paolo Nutini qualche settimana fa. Stamattina, 9 giugno 2023, era ospite Luciano Ligabue. Presentava il disco in uscita a settembre, dal titolo Parlano di noi. Durante la chiacchierata ha ricordato il suo primo concerto, alle 16 in un locale di Correggio una vita fa, secondo Setlist.fm, l’8 febbraio del 1987. È arrivata quindi l’ovvia domanda: con quale brano apristi?
“Con un brano che non ho mai inciso su un mio disco ma che ha inciso una band che si chiama Rats. Il titolo era Fuoritempo”.
Lo sappiamo bene. Il pezzo sarebbe finito in apertura ad Indiani Padani, l’esordio dei Rats da Spilamberto per major dopo uno sfolgorante avvio di carriera che li aveva visti passare da alfieri della new wave elettronica a esponenti del rock italiano anni ’90. Tutto sto preambolo per dire che vorrei parlarvi un po’ di un disco.
Un doppio live, uscito esclusivamente in vinile, come si faceva una volta. Il titolo è Dove sei Modena sud? Titolo che riprende una frase iconica di Autogrill, la canzone che chiudeva il disco che era appunto aperto da Fuoritempo. Il disco riporta quasi per intero il concerto tenuto l’11 novembre del 2022 al Vox di Nomantola, locale che per per la band è sempre stato un punto di snodo, dove erano già stati festeggiati i 20 anni di La vertigine del mondo e dove si era tenuto il concerto del ritorno sulle scene alcuni anni fa.
Venti brani divisi equamente sulle 4 facciate che ripercorrono tutta la carriera del gruppo emiliano andando a ripescare anche tre brani provenienti dalla parte di carriera pre Indiani Padani, a memoria è la prima volta che un brano storico come L’ultimo guerriero torna in scaletta. Il brano dava il titolo all’ep del 1987, uscito per Hiara records, 4 brani che segnavano l’esatto momento in cui il rock entrava nella wave degli esordi.
Del disco omaggiato sono presenti 9 pezzi su 12. Il resto della scaletta è equamente diviso un paio di brani per disco con dicevamo il ripescaggio di brani del pre CGD come Sara o la cover di Un ragazzo di strada. Ovviamente ci sono delle grandi mancanze tra i brani amatissimi dalla agguerrita fanbase della band, caso più unico che raro in Italia, gruppo compattissimo di fan che li segue ad ogni occasione ma senza trattamento riverente. Anzi. Una cosa che per capirla dovreste vederla.
Sul palco a fianco del power trio storico, Ulderico Wilko Zanni voce e chitarra, Romano Romi Ferreti basso e cori, Lorenzo Lor Lunati batteria e cori sono saliti due che di fatto sono da sempre membri della band come Gabriele Lele Leonardi alla chitarra e Lino Chris Di Mezzo tastiere, chitarra acustica e armonica. Ed il disco è edito da quella che ormai da una decina di anni è la casa discografica dei Rats, la Bagana Records che ha adottato anche altre band storiche degli anni ’90 come i Ritmo Tribale.
Mi rendo conto che sto dando tanti dati ma parlando poco col cuore. A quella serata purtroppo non c’ero. Mi trovo ad avere il disco, la maglietta commemorativa, pure il pass appeso proprio qui davanti e la bandana da ormai parecchi mesi attaccata allo zaino della palestra. Perché è una cosa strana l’affetto che si prova per questa band. Un caso equiparabile per quello che mi riguarda solamente agli Statuto.
Forse perché rispetto ad altre realtà di quegli anni che sono evolute diventando dei fenomeni da stadio, che sono diventate pop e da radio, o che più semplicemente sono scomparse, loro sono ancora qua che lottano con noi attaccati a quel rock li che ci faceva cantare in autostrada da ragazzi mentre si andava al mare.
Mettere un loro disco è sempre un po uno squarcio temporale. Eppure sono rimasti presenti e fedeli a se stessi. Sono ancora quei tre ragazzi molti fighi e spavaldi che occhieggiano sulla tamarra copertina di Indiani Padani e Belli e Dannati. E quindi ci sentiamo ancora un po’ ragazzi anche noi riascoltandoli. Viva sempre i Rats e la Family
emanuele mandelli