Gentili ospiti, autorità presenti,
cari colleghi e colleghe Sindaci,
amministratori ed amministratrici,
rappresentanti del Terzo Settore,
è con grande piacere che anche a nome dell’Amministrazione Comunale di Crema, capofila dell’Ambito Sociale Cremasco, vi do il benvenuto a questo importante momento di approfondimento e riflessione sui temi che ruotano attorno allo sviluppo del Welfare territoriale. Un tema centrale per il benessere dei nostri concittadini e, in particolare, per sottrarre quel diffuso benessere socio-economico del Cremasco sempre stabilmente fotografato dagli indicatori alla dimensione del privilegio, rendendolo esteso, inclusivo, accessibile. Lo strumento di coesione sociale che tiene insieme le persone, prendendosi cura delle fragilità. In primo luogo, desidero esprimere un sentito ringraziamento agli organizzatori di questa giornata di lavoro comune, ai relatori e a tutti voi che siete qui oggi per contribuire con idee e proposte concrete. È bello vedere questa comunità di decisori e operatori riunita, pronta a confrontarsi per costruire le linee che a livello strategico segneranno lo sviluppo del territorio per i prossimi anni. Come sapete, entro la fine del 2024 saremo chiamati ad approvare alcuni atti fondamentali a Crema e per l’intero territorio cremasco: il Piano di Zona 2025-2027, il PPT in ambito socio sanitario e per quanto riguarda Crema nel 2025 anche il nuovo documento di co-progettazione. L’opportunità di riformare contestualmente e compiutamente, con coerenza e sintonia, l’intero sistema del Welfare territoriale, in tutte le dimensioni programmatorie della città e del territorio, è unica ed irripetibile. Questi documenti rappresentano un’opportunità straordinaria per mettere al centro della nostra azione politica il tema della programmazione territoriale in ambito socio-assistenziale e socio-sanitario, intesa come chiave di volta per condividere obiettivi di sviluppo con tutte le comunità locali. Per fare questo ci siamo dati un metodo, quali la co-programmazione e la co-progettazione pubblico-privato sociale, che non sono semplici strumenti tecnici, ma veri e propri metodi per concentrare la nostra attenzione sui bisogni delle persone, valorizzando al tempo stesso le opportunità e le risorse specifiche di ogni realtà locale. In questo modo i documenti programmatori quali il Piano di Zona ed il PPT possono essere assunti come una sorta di “piano regolatore” partecipato del sistema dei servizi alla persona. Un unico, ampio documento strategico per orientare risorse e politiche verso uno sviluppo omogeneo e trasversale. Questo percorso è stato possibile grazie al contributo di molti. Ringrazio i Sindaci e le Sindache presenti oggi, che hanno dimostrato la volontà di lavorare insieme, valorizzando le specificità di ogni Comune e territorio ingaggiandosi in un percorso di innovazione in un campo tanto complesso quanto delicato quale è quello dei servizi sociali territoriali. Un ringraziamento particolare va ad ATS e ASST, partner strategici che ci accompagnano nel processo di integrazione delle politiche sociali e socio-sanitarie, aiutandoci a leggere i bisogni complessi del territorio e a costruire risposte condivise. E da un ultimo, ma non meno importante, voglio anche sottolineare il ruolo fondamentale degli Enti del Terzo Settore, presenti oggi con una rappresentanza numerosa, partner co-protagonisti di questo ambizioso progetto. Con loro vogliamo rafforzare il dialogo, promuovendo una logica di partecipazione e sussidiarietà per sviluppare modelli di servizio innovativi e adattivi. Oggi non possiamo più permetterci interventi frammentati e semplicistici per affrontare problemi sociali che nascono dall’intersezione e stratificazione di molteplici fattori. Serve un nuovo approccio che superi la parcellizzazione. Serve costruire politiche complementari e progettare soluzioni che sappiano coniugare continuità di cura e sperimentazione sociale. E’ noto come i Servizi Sociali territoriali dell’Ambito Cremasco stiano attraversando un momento di difficoltà e fragilità organizzativa, causata da una molteplicità di fattori che determinano l’urgenza di ridefinire il modello organizzativo. In particolare, la frammentarietà del territorio costituito da 48 Comuni, per la maggior parte di piccole dimensioni, dislocati su un territorio ampio, la conseguente frammentazione del lavoro delle assistenti sociali, nonché la generale crisi delle professioni di cura hanno determinato la carenza e l’elevato turnover delle assistenti sociali sul territorio e la crisi dell’attuale modello organizzativo dei servizi territoriali, fondando la necessità di una ridefinizione dello stesso. Dopo un’attenta analisi ed un percorso di maturazione che ha preso il tempo necessario, cari colleghi, solo un paio di giorni fa in Assemblea dei Sindaci dell’Ambito sociale abbiamo adottato all’unanimità un atto di indirizzo chiaro, coraggioso, consapevole, dando mandato a tutti i vertici del welfare territoriale di giungere alla prossima primavera con una proposta di riforma dei servizi ormai irrimandabile, dando avvio ad una nuova governance delle politiche sociali territoriali cui si intende dare corso nel 2025, basata sul rafforzamento dei sub-ambiti come luoghi di coordinamento politico e di gestione tecnica rafforzata sul modelle del lavoro in equipe, in un’ottica di omogeneità e di integrazione, volta migliorare il benessere organizzativo dei servizi territoriali e la qualità degli stessi in favore della comunità cremasca. Il modello dei sub-ambiti, che da tempo il territorio cremasco ha scelto di adottare, si è rivelato uno strumento prezioso. Ha permesso di salvaguardare le specificità locali in un territorio che, pur omogeneo, presenta le sue diversità. Questo modello ha consolidato una logica di prossimità ai cittadini, che deve tradursi in un’organizzazione capace di garantire un accesso semplice e ampio ai servizi sociali. Un modello organizzativo che anche nella sua versione riformata non dovrà perdere – e non perderà – una sola goccia di prossimità rispetto ai bisogni dei nostri concittadini, né di centralità del ruolo decisionale dei Sindaci, ma che al contrario garantirà più aderenza ai bisogni della popolazione ed efficacia nella presa in carico delle fragilità, da un lato, ed un dialogo più forte tra gli amministratori comunali dei singoli sub-ambiti e la parte tecnica delle assistenti sociali dall’altro. Talvolta, nel percorso di riflessione in merito ai possibili sviluppi della governance territoriale dei Servizi sociali, è emersa quella resistenza degli amministratori, comprensibile ed argomentata, ben rappresentata dalla metafora della “possibilità di bere il caffè alla mattina con la propria assistente sociale”, che certamente non è la manifestazione del desiderio di trascorrere qualche minuto di una quotidianità sempre più difficile con una pausa rigenerante in piacevole compagnia, ma il desiderio di avere un riferimento certo, costante, per garantire ai nostri concittadini la migliore presa in carico dei bisogni. Oggi tutti noi, cari colleghi, abbiamo compreso che è proprio questa la forza più autentica del modello delle equipe di sub-ambito: un rafforzamento del dialogo politico all’interno del sub-ambito; il potenziamento dell’organizzazione tecnica nell’ambito dello stesso; un confronto più saldo tra la dimensione politica e quella tecnica, che innalza la sua qualità nella relazione, in particolare, con la coordinatrice di sub-ambito. Il modello organizzativo che viene proposto questa mattina, se agito in maniera trasparente e “pensata”, potrà essere un formidabile strumento di relazione e di dialogo con la cittadinanza, per tentare un nuovo approccio, per creare situazioni nuove di ascolto, di confronto, di condivisione, di elaborazione progettuale e di decisione, valorizzando tra l’altro il ruolo delle tante esperienze associative e di volontariato che arricchiscono la nostra realtà. In questo, che è al contempo progetto e processo di innovazione, noi Sindaci avremo un ruolo centrale e potremo agire un ruolo da protagonisti non solo da un punto di vista politico, fornendo indirizzi strategici, ma anche nella nostra funzione di motori di sviluppo territoriale. Sono infatti convinto che il compito principale del Sindaco sia quello di mettersi in ascolto, di tenere unita la propria Comunità di riferimento, di farla riconoscere in alcuni grandi obiettivi, di mantenere vivo il senso dello stare insieme e di affrontare insieme la complessità delle situazioni che quotidianamente incontriamo. Una funzione che se portata in ottica sovracomunale e distrettuale può permettere di affrontare un momento storico non facile, segnato dalla incertezza, sentendosi parte di un territorio, di un sistema che si muove per trovare soluzioni e che può essere nel senso più autentico generativo, perché basato sul “senso dello stare insieme” e perché a volte 2+2 può fare veramente fare cinque. Avere una visione strategica territoriale significa muoversi in modo coeso, superando incertezze ed emergenze quotidiane. Significa rafforzare la rete di alleanze a supporto delle nostre politiche, nella consapevolezza che i problemi sociali non appartengono a singoli comuni ma all’intero territorio. Ecco perché è fondamentale il lavoro con ATS, ASST e Distretti Socio-Sanitari, con cui abbiamo saputo costruire percorsi paralleli che oggi convergono verso una strategia integrata e condivisa. Questa giornata di confronto è un passaggio cruciale per mettere a fuoco un nuovo modello organizzativo, capace di rispondere alle sfide attuali e future con efficacia e innovazione. È un’impostazione quella oggi proposta, ancora prima ancora che amministrativa o gestionale, culturale, fondata sul presupposto della qualità e dell’innovazione, da cui prendono avvio le riflessioni e le sperimentazioni che abbiamo avviato e quelle che dobbiamo promuovere, una impostazione che vede nel welfare non più solo una voce di costo (che per i nostri comuni sta diventando di anno in anno sempre più importante) ma il fulcro che orienta la programmazione e le strategie che noi decisori di volta in volta assumiamo in tema di politiche territoriali. Una impostazione che può rendere il nostro territorio più coeso e vicino ai cittadini, che può rendere i nostri comuni, da quelli più grandi fino ad arrivare al comune con poche centinaia di abitanti, più belli e funzionali, più vivibili, perseguendo una idea di sviluppo sostenibile per il futuro del Cremasco nella sua interezza. È una sfida di importanza basilare di cui i Sindaci possono e debbono essere protagonisti di primo piano, oggi come nel passato. Oggi più che mai dobbiamo fare rete, guardare oltre i confini dei singoli comuni e promuovere politiche che abbiano al centro il benessere delle persone. Ringrazio di cuore tutti voi per il contributo che state dando a questa riflessione e per il vostro impegno quotidiano nel costruire un welfare inclusivo, vicino e capace di rispondere ai bisogni di tutti. Con queste premesse, vi auguro una giornata di lavoro proficua e ricca di spunti. Sono certo che il percorso che tracciamo oggi sarà un passo decisivo per costruire un futuro migliore per il nostro territorio. Grazie a tutti e tutte e buon lavoro!
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