Dopo la Ribolution l’AustroUngarico torna pisciatoio in una piazza da salvare

Dopo la Ribolution l’AustroUngarico torna pisciatoio in una piazza da salvare

Spenti i riflettori sulla cosiddetta Ribolution (e la Riboli Art diventerà una kermesse artistica itinerante), il Mercato AustroUngarico è tornato ad essere un pisciatoio e un ritrovo per perdigiorno (e perdinotte), mentre piazza Trento e Trieste continua a fungere da parcheggio (brutto) caratterizzato da una statua al (suo) centro poco funzionale e non tanto bella da vedersi.

E tutto questo è una Grande Bruttezza Cremasca poiché lo scorcio in oggetto (e mettiamoci dentro pure l’Auditorium Cavalli tanto e giustamente caro al buon Emanuele Mandelli), naturale anfiteatro verso il teatro San Domenico, beh merita di tornare a vivere e brillare proprio come sostiene l’artista designer Beppe Riboli (geniale la sua Ribolution) e gli altri sintonizzati sulle sue stesse lunghezze d’onda.

Come fare per rilanciare l’AustroUngarico e la sua piazza? Le idee non mancano e la giunta potrebbe indire un concorso ad hoc da legare a quali accorgimenti adottare per donare bellezza ove oggi regnano malcelate brutture. Qualsiasi strada verrà presa in considerazione, l’unico comun denominatore dell’operazione rilancio deve essere quello di favorire una strategica sinergia tra pubblico e privato, dando a questi ultimi la possibilità di fare business regolamentato e calmierato. E in tal senso, la Ribolution pioneristicamente ha aperto la strada che la cultura può divenire petrolio (insieme all’enogastronomia e turismo) per l’Italia soltanto attraverso il coinvolgimento della sana imprenditoria.

Stefano Mauri

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