Ecco il Ristorante Nuovo Maosi e il Sommelier Resident Matteo cattaneo secondo Viniplus Lombardia ….

Ecco il Ristorante Nuovo Maosi e il Sommelier Resident Matteo cattaneo secondo Viniplus Lombardia ….

Dove riescono a condurci i sogni e la forza di volontà? Quanto possono variare le strade scelte in giovinezza rispetto a quelle che il destino ha in serbo di farci percorrere? Nella vita, si sa, tutto può succedere, e se un “quasi astemio” decide di diventare sommelier e gestire la cantina di un ristorante allora
Tratto da Viniplus di Lombardia 14 – Marzo 2018

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… ogni cosa è possibile. Soprattutto se si mette di mezzo la passione, quell’alleata preziosa e instancabile che rende piacevole il lavoro e gioiosa la fatica. È proprio grazie allo zampino di questa fidata amica, oltre ad un pizzico di audacia, che Matteo Cattaneo haA deciso di lanciarsi in un’avventura che si chiama Nuovo Maosi.
Ma andiamo con ordine. «Nel 2011 quando Alberto Ciceri e io abbiamo aperto il Nuovo Maosi – ci spiega Matteo -, volevamo un posto che unisse una proposta gastronomica di qualità a una scelta enologica eccellente. Nella nostra squadra i ruoli sono stati ben chiari da subito: ad Alberto spettava la cucina, lui è uno chef formidabile con una grande conoscenza delle materie prime, punto chiave della filosofia dei suoi piatti; a me toccava destreggiarmi nel mondo del vino. Purtroppo però, a quei tempi, il vino lo bevevo e basta, non lo degustavo, e presto mi sono sentito come una macchina che va su due ruote: la cucina viaggiava alla grande, io, invece, avevo bisogno di capirci qualcosa in più. Non c’era altra scelta, dovevo mettermi a studiare, cosa che non mi ha mai spaventato, anche se la strada che mi si apriva dinanzi era lunga e in salita, e io ero proprio all’inizio: non sapevo aprire neanche una bottiglia di vino decentemente!».
Col tempo, alla passione iniziale Matteo ha affiancato le competenze necessarie per poter parlare di vino: «Conoscere il vino significa parlare una lingua. Quando racconto un vino a un cliente gli sto dando qualcosa che ho imparato non senza sacrifici e tenacia. Ho cominciato nel 2011 come autodidatta, mi sono confrontato con colleghi, amici, appassionati di vino, cercando di assorbire le loro esperienze. Non è bastato. Nel 2015 mi sono iscritto ai corsi AIS e solo in quel momento ho capito che non potevo fare a meno di una formazione seria e approfondita».

In un anno e mezzo di fatica e studio matto e disperatissimo, «seguendo i corsi di sera e studiando di notte», Matteo è riuscito a diplomarsi sommelier in tempi record. «Non considero il mio diploma un punto di arrivo, ma la partenza ideale per continuare al meglio su questa strada», ci racconta con il tono sicuro di chi ha il coraggio di mettersi in gioco e migliorarsi. A sette anni dall’apertura del Nuovo Maosi di strada ne ha fatta, riuscendo non solo a districarsi tra etichette e cantine ma anche in un’arte (forse) ancora più complessa: capire il cliente. «Avere a che fare con i clienti non è facile, bisogna scoprire chi si ha di fronte e metterlo a proprio agio. È un aspetto del mio lavoro a cui tengo molto: conoscere il cliente, ascoltare le sue esigenze, intuire i suoi desideri per me è fondamentale. E noi, al Nuovo Maosi, abbiamo sempre tempo per dialogare con chi viene a trovarci, per cena o anche solo per un bicchiere di vino” – continua Matteo -, che ha imparato la dote fondamentale di un sommelier: l’umiltà. La saccenza è un peccato originale da cui ci dovremmo purificare subito, non appena si comincia a studiare da sommelier. Io punto tutto sulla vicinanza con il cliente, non sul distacco: amo parlare, raccontare i vini, proporre le cose migliori. Certo, bisogna anche mettere in conto che ci sono persone che non riuscirai ad accontentare mai, ed è giusto così, questo lavoro è una sfida continua che cerco di vincere con una carta dei vini originale e sempre diversa».

Nella sua cantina Matteo fa ruotare circa 200 etichette, una scelta proporzionata al numero dei clienti, all’area geografica, ai piatti del menu e al suo gusto: «Non so se è un bene o un male ma a me piacciono proprio tutte le tipologie di vino», confessa. «Ci sono così tanti vini al mondo e io sono come un bambino: voglio berli tutti. Di solito per sceglierli vado in azienda di persona o partecipo a serate di degustazione. Mi piace avere etichette diverse per dare l’opportunità ai nostri ospiti di scegliere tra più tipologie, per un’esperienza di degustazione ogni volta nuova, vicina ai piatti che prepariamo». La cucina del Nuovo Maosi predilige materie prime di qualità, selezionate con cura e rielaborate dalla fantasia di Alberto Ciceri: quello che si richiede a un vino è di accompagnare l’eleganza e la genuinità di piatti essenziali, gustosi e sinceri. «Mi piace suggerire abbinamenti stuzzicanti, insoliti,
che esaltino l’identità del cibo e del vino. Se un sommelier riesce a conquistare la fiducia del suo cliente allora può anche osare e la sfida è vinta». Una ricetta che trova la sua essenza nell’essere audaci e nella volontà di imparare a conoscere un mondo che, come quello del vino, ha sempre qualcosa di nuovo da dire.
Chi è
Matteo Cattaneo, 40 anni, laureato in informatica, appassionato di cucina, da cameriere e pizzaiolo a Romanengo alle feste di paese organizzate da Avis, nel 2011 approda con il socio Alberto Ciceri alla gestione del Nuovo Maosi. Qui conosce il mondo dell’Ais, che da tempo organizza degustazioni e incontri proprio nel suo ristorante e, nel 2015, comincia a frequentare i corsi diventando sommelier nello stesso anno.
Ristorante Nuovo Maosi

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