La guerra in Ucraina non è soltanto un conflitto armato tra eserciti e nazioni: è anche un terreno in cui si intrecciano narrazioni culturali, identità storiche e, non da ultimo, profonde tensioni religiose. Proprio su quest’ultimo aspetto – spesso trascurato dal dibattito pubblico ma determinante nella comprensione complessiva della crisi – si concentrerà l’incontro dal titolo “La fede come arma. Il ruolo delle Chiese ortodosse nel conflitto ucraino”, in programma venerdì 16 maggio alle ore 21 presso la Sala Ricevimenti.
Promosso dal gruppo Costruttori di Pace, in collaborazione con i gruppi MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) di Crema e di Lodi, l’appuntamento si propone di affrontare un interrogativo tanto inquietante quanto necessario: come è possibile che le Chiese, in particolare le ortodosse, si siano trasformate da strumenti di conciliazione a elementi di divisione? E che fine ha fatto l’impegno ecumenico e multireligioso per la pace, da tempo considerato un caposaldo dell’azione cristiana nel mondo?
A guidare la riflessione sarà Fulvio Scaglione, giornalista esperto di geopolitica e di tematiche religiose, con un lungo passato come corrispondente da Mosca e osservatore privilegiato delle dinamiche interne al mondo ortodosso e post-sovietico. Classe 1957, Scaglione ha seguito da vicino le transizioni della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, ma anche i conflitti in Afghanistan, Iraq e Medio Oriente. Tra le sue opere più note si segnalano “La Russia è tornata” (Boroli Editore, 2005), “I cristiani e il Medio Oriente” (Edizioni San Paolo, 2008) e il recente “Zelens’kyj. L’uomo e la maschera” (Meltemi, 2024), dedicato all’attuale presidente ucraino e alla complessità della sua figura pubblica.
Durante l’incontro, il relatore cercherà di rispondere a domande di grande attualità e urgenza:
– Quanto conta il fattore religioso nel conflitto ucraino?
– Perché le Chiese ortodosse, invece di promuovere la pace, sembrano spesso alimentare il conflitto?
– Esistono ancora spazi per un’azione comune delle confessioni cristiane a favore della riconciliazione?
– Su chi possiamo contare per costruire percorsi di pace autentici e duraturi?
Il titolo stesso dell’incontro – La fede come arma – evoca la tragica contraddizione di una religione che, in certi contesti, viene utilizzata non come ponte ma come barriera, non come messaggio di misericordia ma come strumento di potere e di controllo. In un tempo in cui la guerra entra quotidianamente nelle nostre case attraverso immagini e notizie, è più che mai urgente fermarsi a riflettere su queste dinamiche profonde, per evitare di cadere nella semplificazione e nella rassegnazione.