Gabriele Visioli: “La discoteca Magika resite, è ancora qua. Ma le istituzioni ci facciano riaccendere musica e luci”

Gabriele Visioli: “La discoteca Magika resite, è ancora qua. Ma le istituzioni ci facciano riaccendere musica e luci”

Dapprima, nel 1972, era Okay Club, poi divenne Magika e … nonostante il passare degli anni, le tendenze cambiate, la crisi del mondo della notte (è un settore che dà lavoro e divertimento, non va demonizzato, ma supportato adeguatamente,) la statale Paullese (finalmente) riqualificata, beh, il Magika Disco Club è sempre là, in quel di Bagnolo Cremasco, pronto a ripartire, non appena le istituzioni, consentiranno la riapertura delle discoteche, locali fortemente provati da questa maledetta crisi economica figlia dell’emergenza sanitaria. Per fare il punto della situazione, con Gabriele Visioli, presente dai tempi mitici dell’Okay, con la sua famiglia nella società che gestisce lo storico locale del Granducato del Tortello, volentieri abbiamo scambiato due parole…

Partiamo un attimo da lontano: il (o la che dir si voglia) Magika non è in vendita ed è pronto a ripartire, giusto?

(Risata)… Da anni, in particolare da quando ha chiuso i battenti lo Studio Zeta di Caravaggio, nostro rivale storico, arrivano e vanno voci che ci danno prossimi alla chiusura, ma non chiudiamo e appena ce lo consentiranno, sì vogliamo riaccendere luci, musica e balli. L’importante è che il governo inizi a parlare sul serio di ripartenza per il nostro settore dando linee guida chiare, precise e attuabili in tempi giusti.

A torto spesso e volentieri la movida notturna, parlando al netto del Coronavirus, ahimè è demonizzata o vista non benissimo.

Per quanto ci riguarda ogni nostra serata, tra fissi e personale a chiamata diamo lavoro a quaranta persone. Siamo insomma a tutti gli effetti un’impresa. L’anno scorso dopo la chiusura di Ferragosto, ironia della sorte: avevamo avuto un controllo ad hoc e tutto era in regola, forzatamente ho girato un po’ qua un pochino e là. Intendiamoci: tutti meritano di lavorare, ma onestamente vedere le discoteche chiuse, quindi impossibilitate ad aumentare i comunque alti contagi fino a poco tempo fa, e … diciamo altre situazioni invece aperte, con musiche e ritmi accesi, ammessi, mah un pochino mi ha dato fastidio. Ma il punto non è tanto questo, perdonate il mio sfogo, il fatto è un altro ed è il seguente: la situazione fortunatamente adesso è in netto miglioramento, pure noi gradiremmo intravedere la luce in fondo al tunnel. E ho amici che lavorano nei luoghi di vacanza, giustamente ancora più preoccupati di me. Mi fai aggiungere un pensiero sul mondo della notte in generale?

Certamente…

Siamo rimasti in pochi a gestire discoteche e questo non è una bella cosa. La concorrenza aiuta e giova, se in tanti hanno chiuso vuol dire soprattutto crisi. E in tanti, vedrete, non riapriranno. Noi del resto ci siamo salvati, ma abbiamo momentaneamente rimandato alcune modifiche strutturali per tamponare le perdite, perché essendo proprietari dell’immobile non abbiamo l’affitto da pagare. Altri però non hanno questa fortuna.

Avete ricevuto aiuti dalle istituzioni?

I nostri dipendenti hanno la cassa integrazione, dapprima anticipata dalla nostra società, poi proveniente dall’ente preposto. Per quanto riguarda la proprietà, per carità… qualcosina da Roma e Milano è arrivato, ma il tutto, a malapena copre il 7% del mancato introito dovuto alla forzata inattività. Aspettiamo soltanto di ricominciare, con la passione che ci accompagna da tantissimo tempo. Ma qualcuno si ricordi che esistiamo.   

stefano mauri

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