Due ore di musica, nella serata di San Valentino, ricordi ed emozioni intense al Teatro Micheletti, dove Domenico Cerri ha portato in scena il suo spettacolo “Il Musicante – Storie tra viaggi e canzoni” per celebrare 35 anni di carriera. Un pubblico caloroso ha accompagnato l’artista in un viaggio fatto di note, racconti e aneddoti personali, in un crescendo di entusiasmo.
L’inizio è travolgente: “Diavolo in me” di Zucchero accende il palco con energia e luci vibranti. La band – batteria, chitarra, tastiere e fisarmonica – dà subito il ritmo a una serata intensa. Domenico Cerri, in abiti dai colori sgargianti, si presenta con il carisma che lo contraddistingue. Poi, abbassando i toni, invita il pubblico a “spegnere le luci della città”, citando Cesare Cremonini, perché solo così si può vedere il cielo illuminato. Cielo sotto il quale ha vissuto tanti momenti importanti. Una sagoma del suo viso in neon giallo lo incornicia sul palco, simbolo di un percorso iniziato quando, a 9 anni, cantò la sua prima canzone.
“La musica è una passione, un viaggio, un sogno. E oggi sono qui davanti a voi”. Con queste parole, Domenico introduce un medley dedicato a Eros Ramazzotti: “Un’altra te”, “Più bella cosa” e “Quanto amore sei”. Un tuffo nel passato che si trasforma in pura nostalgia con “Gli anni” degli 883. Il pubblico si unisce nel coro, mentre al pianoforte Aurelio Curti accompagna la magia del momento.
Cerri parla della sua adolescenza a Turano Lodigiano (LO), degli anni ’90 tra scuola, conservatorio e orchestra, quando suonava nella “Pino Cerri Folk Band” accanto al padre. “Lui cercava di tenermi a freno, ma io ero un vulcano di entusiasmo”, racconta sorridendo. La musica, dice, è come il vento: a volte caldo e rassicurante, altre volte gelido come il Burian, brano che introduce la fisarmonica di Marco Porro.
Il viaggio continua con “Ti scatterò una foto” di Tiziano Ferro e una nuova, intensa versione di “Donna bambina” degli Stadio. Poi un cambio di ritmo: Caparezza e DJ Francesco. La platea si anima, anche gli spettatori più piccoli ballano su “La canzone del capitano”.
Nel 2004 Domenico scrive la sua prima canzone, la storia di un uomo che porta la musica nel mondo. Quel brano oggi dà il titolo a questo spettacolo: “Il Musicante”. “Il musicante che suona e va… per lui l’amore che cosa sarà? Forse un sogno… Strappare sorrisi. La fisarmonica è come un grande amore”.
Le emozioni si intensificano con l’omaggio a Mango e ai Pooh, poi arriva “A chi mi dice”, cover italiana dei Blue, e il cantante si commuove: “Questa canzone mi tocca sempre nel profondo”.
Nel 2016 arriva la svolta: Domenico forma la sua band e dà vita a uno spettacolo che mescola cover e inediti, tradizione e modernità, il suo “live show”. I brani originali “Mi piaci veramente”, “Festa”, “Havana”f
Sul finale, la voce di Cerri si fonde con i grandi classici: “Mille giorni di te e di me” di Claudio Baglioni, eseguita con Aurelio Curti, Stefano Aniasi, Antonio Toto Gravina e Marco Porro. Arriva poi il momento dei ringraziamenti: alla famiglia, senza la quale tutto questo non sarebbe stato possibile, al Comune di Travagliato, all’assessorato alla cultura, ai tecnici e ai media.
Infine, un omaggio a sé stesso e alla strada percorsa: “My Way”. “Ho deciso di vivere la mia vita a modo mio”. Il pubblico esplode in un lungo applauso, si avvicina al palco, cerca una foto, un autografo, un abbraccio. Perché Domenico Cerri, dopo 35 anni di palcoscenico, conserva ancora quella voglia di cantare, suonare, emozionarsi ed emozionare.
E il Musicante continua il suo viaggio…
Così ha scritto Gianluca Savoldi….
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