Gianni Silva: per ripartire, a Pandino e dintorni, perché non si punta sul serio sulle bellezze autoctone che ci sono e chiamano attenzione?

Gianni Silva: per ripartire, a Pandino e dintorni, perché non si punta sul serio sulle bellezze autoctone che ci sono e chiamano attenzione?

E ci risiamo. Parte un’altra settimana: anche a Pandino. Dopo mesi di paura, desolazione, sospetti, incertezze e pietosi tentativi di consolazione puntando su aiuti primari, ignorando le realtà che creano economia, vitalità, lavoro e permettono di affrontare la vita per il presente e il futuro pandinese, ecco che il simbolo più antico e significativo del paese si mostra vigoroso, svettante quale un simbolo arcaico elevato a supplica nel cielo ormai sereno. Da quando esiste, l’uomo comunica coi simboli. E il nostro monumento per eccellenza, come nel neolitico, conferma e comunica che la bellezza serve concretamente, e va usata bene,  con attributi efficienti.
Per resistere e riprendere, soprattutto da chi governa.
A modo suo il Castello si presenta con gli attribuiti per ricordare che c’è tanto, tanto da fare e da cambiare, ma ripartire dal maniero visconteo di Pandino sul serio, illuminando le altre bellezze autoctone, indubbiamente è la strada da percorrere.

Così postò, sulla sua pagina Facebook, l’ermetico, ma non troppo Gianni Silva, esteta, mecenate, imprenditore, Art Designer ed Eccellenza Cremasca da esportazione… fuori dal coro, a modo suo, ma con tante cose da dire.

stefano mauri

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