Giuseppe Albergamo: un ‘filatelico’ in mostra

Giuseppe Albergamo: un ‘filatelico’ in mostra

Ritratti, arte sacra, metafisica. Opere diverse realizzate con una tecnica unica nel mondo: incollando variopinti frammenti di francobolli. È questa in poche parole la mostra di Giuseppe Albergamo allestita dal 21 al 29 maggio presso la galleria Arteatro della Fondazione san Domenico. L’inaugurazione è prevista sabato 21 maggio alle ore 17. “Porterò a Crema 15 pezzi della collezione delle opere realizzate da mio nonno. Come famiglia teniamo molto che la sua arte continui a vivere, perché è unica”. La voce colma di orgoglio è quella del nipote Dario Albergamo. L’accento romano si palesa subito. “Oggi che è finita l’era dei francobolli credo sia importante raccontare la storia di un filatelico come mio nonno. Filatelico, sì, perché era proprio appassionato di francobolli. E con questi realizzava veri e propri dipinti”.Il lavoro richiedeva grande pazienza. “Pensiamo alla sola difficoltà nel reperire i colori, i materiali. Provvedeva a scollare i francobolli immergendoli nella vasca da bagno, poi sue alleate erano delle pinzette e delle colle speciali, credo. Perché diversamente le opere non sarebbero rimaste intatte per tutto questo tempo”.

Giuseppe Albergamo nasce a Messina il 16 marzo del 1905 e muore a Roma il giorno del suo ottantesimo compleanno. Trascorre l’adolescenza nella sua Sicilia, a Favara, in provincia di Agrigento, dove la famiglia si era trasferita nel 1907. Frequenta la scuola con passione e intorno ai vent’anni è spinto all’altro capo del Paese, a Bolzano, dove si arruola nella nascente Regia Aeronautica militare con la qualifica di sottoufficiale.

In questo periodo scopre la tecnica che lo renderà un artista. Racconta di essersi appassionato a questa forma di arte guardando e osservando – anche da lontano – la sua terra: piccole molecole di colore che “sposandosi” creano il mondo, la sua Sicilia.
Prosegue gli studi superiori a Bolzano e si diploma geometra nel 1930 a Padova. Si trasferisce subito dopo a Roma dove incontra la donna della sua vita, Iolanda D’Alessandro, che sposa nel 1934. Dopo tre anni nasce l’unico figlio, Alberto.
L’attività artistica subisce una brusca pausa durante la guerra. Ma il periodo che segue, la ricostruzione di un Paese pieno di speranze e progetti, è la scintilla di una intensa attività che dagli anni Sessanta porterà Albergamo a esporre le sue opere in importanti mostre e rassegne, quali quelle di via Margutta, Trinità dei Monti, Galleria Colonna, nonché la mostra della Filatelia, suscitando attenzione e stima anche oltre i confini dell’Italia.

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