Grandioso a Crema, capitale del Granducato del Tortello: Vincenzo Sbernini ci racconta il meraviglioso “Mater Matuta” 1995 Casale del Giglio

Grandioso a Crema, capitale del Granducato del Tortello: Vincenzo Sbernini ci racconta il meraviglioso “Mater Matuta” 1995 Casale del Giglio

Vincenzo Sbernini, Wine and Food Lover Ricercatore, ma soprattutto commerciante enogastronomico capace, appassionato e fuori dal coro, ecco consiglia di provare un vino laziale, cantina Casale del Giglio, veramente niente male. Degustare per credere!

Mater Matuta 1995 Casale del Giglio Shirah e Petit Verdot. Ventisei anni di poesia pura. Al naso confettura, marasca, tabacco, liquirizia…In bocca pulizia e tanta freschezza…..A volte sei talmente avanti che gli altri pensano che tu sia indietro, invece, li stai semplicemente doppiando…..Bravi loro!!!!Noi di Vini & Tavola continuiamo nella nostra instancabile, romantica ricerca…..Prosit….!!!!

Qualche notizia più tecnica del vino:

Il nome “Mater Matuta” deriva dall’antica divinità italica, dea dell’aurora, protettrice della vita nascente e della fertilità.
Il culto di questa divinità era assai diffuso nell’Italia Centrale e le fu dedicato il famoso tempio dell’antica città di “Satricum”, presso Le Ferriere (Latina). La Scheda di questo Rosso seducente:

Syrah (85%) e Petit Verdot (15%)*.
Le uve per entrambe le varietà vengono raccolte in ottimo stato di maturazione, talvolta leggero appassimento per il Syrah.
La vinificazione prevede per i due vitigni tecniche diverse.
Il Syrah fermenta con lieviti indigeni secondo la tecnica del cappello sommerso per un periodo di 18–20 giorni, durante i quali avvengono periodici “délestage” soprattutto nelle fasi iniziali.
Il Syrah conferisce così al Mater Matuta complessità e carattere, con tannini dolci e profumi intensi di marasca e spezie.
Per il Petit Verdot invece, la vinificazione avviene mediante l’uso di follatori che consentono la massima estrazione di tannini e sostanze polifenoliche.
Nasce così un Petit Verdot di grande corpo e struttura che ben si presta a lunghi invecchiamenti.
Dopo attenta svinatura, dove la movimentazione delle vinacce avviene solo per gravità, i vini vengono messi separatamente in barriques nuove per 22–24 mesi.
Segue un ulteriore affinamento di 10–12 mesi in bottiglia.

Le caratteristiche:

Rubino cupo, densissimo; al naso spiccano sentori balsamici, poi caffè scuro in grani, viola e marasca matura.
Emerge, infine, una forte speziatura di coriandolo, noce moscata e cannella.
Bocca che avvolge e seduce grazie ad una trama tannica perfetta e ad una ben integrata freschezza.
Finale fruttato e persistente.

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