Accanto alle proposte, diciamo … dolciarie tradizionali, per il periodo carnevalesco, alla pasticceria Cornali: premiata, premiante, storica, famosa (pure Fiorello la conosce) di Codogno, hanno scritto quelli del quotidiano Il Cittadino, c’è un dolce che rappresenta una vera originalità: “Si tratta – racconta il maestro pasticcere lodigiano, Carlo – dei tortelli di pasta frolla cotti al forno con ripieno di mostarda e cacao. Mi creda: sono buonissimi. Lo trova un abbinamento strano? In ogni caso è molto apprezzato dalla nostra clientela: come sapore prevale il gusto della mostarda, ma poiché è di suo piccante, il cacao funge da calmierante”.

Un locale dove sui dolci di Carnevale si riprendono tradizioni di origini secolari è pure quello dello chef pugliese Peppino Cusmai, titolare dell’Osteria La Luna Piena di Paullo. E anche in questo caso, i tortelli sono un dolce che lo chef Peppino e sua figlia Elena amano fare: «Hanno origini venete, e noi li prepariamo in modo tradizionale; se, invece, si vuole una particolarità ci sono le dita degli apostoli, cioè delle crepes ripiene di ricotta e cioccolato, prima arrotolate, e poi tagliate come a ricavarne dei cannelloni, e la loro diversità di lunghezza sarà appunto simile alla lunghezze delle dita di una mano».

Detto ciò, cari cremaschi, i dolcetti a forma di Tortello (tutta si trasforma ed evolve, nulla si crea, no?), sono conosciuti, apprezzati, magari un pochino inflazionati, amati, temuti, copiati, mangiati, in tutta Italia da secoli. Per carità, se piacciono e funzionano, ben vengano nel Granducato del Tortello, ma i dolci della tradizione cremasca, sono altri e, i “Tortelli Carnevaleschi”, rivisitatati, anni fa, dal leggendario pasticcere Andrea Maiandi (manca un sacco), beh, meriterebbero una Standing Ovation e andrebbero riproposti, per omaggiare la sua memorie e, perché no, per una buona causa benefica…

stefano mauri

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