Domenica, al presidio della Lega per la sicurezza a Crema, oltre al sostegno dei tanti, tantissimi cittadini che ci hanno chiesto una città sicura e ordinata, si ipotizzava quale sarebbe stata la reazione del sindaco di fronte a un sostegno così massiccio.
Alcuni cittadini immaginavano un immediato ripiego e azioni di contrasto, altri prevedevano un totale disinteresse, altri ancora erano convinti che, almeno in alcune zone, avrebbe innalzato il livello di attenzione.
Leggere, invece, in queste ore il comunicato del sindaco ci spiazza tutti.
In tutti gli scenari pensati, nessuno – e ripeto nessuno – aveva ipotizzato il non riconoscimento dell’emergenza sicurezza a Crema.
In questi anni si era intuito come, nell’ufficio del sindaco, i problemi della città facciano fatica ad arrivare: una decantata stanza con le pareti di vetro, che il giorno dopo le elezioni si è trasformata in un bunker blindato, dove né problemi né soluzioni entrano o escono.
Ci saremmo però aspettati almeno che la numerosa compagine di giunta svegliasse dal torpore il primo cittadino, secondo il principio del loda in pubblico e critica in privato. Evidentemente i buoni amici sono finiti.
O peggio: a furia di dire bugie, si finisce per crederci.
Crema ha un evidente problema di sicurezza. Ben vengano i coordinamenti con Prefettura e Forze dell’Ordine, bene la videosorveglianza, ma quanto fatto non basta. Serve un piano specifico per riportare l’ordine in alcune zone critiche, riconsegnare intere aree della città ai cittadini, ripulire parchi e aree verdi dallo spaccio e dalla violenza, predisporre controlli mirati sulla malamovida.
Dirlo non significa danneggiare l’immagine di Crema. Dirlo significa voler risolvere i problemi, invece di nasconderli sotto il tappeto.
Ma forse, come nella canzone dei Nomadi, “Il re è nudo, ma la verità è che nessuno lo può dire a Sua Maestà”.
Così posto’ via social il consigliere comunale, d’opposizione, della Lega, Andrea Bergamaschini
stefano mauri