Il caso da Oscar Luca Guadagnino: apprezzato nel mondo, sconosciuto in Italy

Il caso da Oscar Luca Guadagnino: apprezzato nel mondo, sconosciuto in Italy

Ecco la riproposta di un’intervista, rilasciata mesi fa a Repubblica del regista cremasco d’adozione, Luca Guadagnino, personaggio del momento, cinematograficamente parlando e, a quanto pare, in odore di Oscar. Ah… girato in parte nella capitale del Granducato del Tortello, beh, grazie appunto a Guadagnino e al suo lungometraggio Call me by your name, Crema si appresta a fare il giro del mondo. No?

“Io in Italia non esisto”. Però al Sundance, a Berlino, a Toronto si è parlato solo del suo film. Call me by your name, struggente e sensuale, ha reso evidente lo spessore internazionale di Luca Guadagnino e la sua solitudine nel nostro paese. La storia d’amore tra due giovani uomini in una lunga estate calda della provincia di Cremona anni Ottanta è – secondo il parere unanime dei critici americani – un film degno degli Oscar. Da noi, dicevamo, se ne sa poco. Ma il suo remake in melodramma di Suspiria, ancora incompiuto, ha già fatto piangere Quentin Tarantino. La conversazione con Guadagnino inizia sul divanetto del glorioso Hotel Adlon con affaccio sulla porta di Brandeburgo e prosegue nei mesi al telefono, l’ultimo appuntamento mentre il regista palermitano è in partenza per il London Film Festival: “Mi commuove l’idea che al gala per il sindaco Khan, alfiere di una città stato che resiste all’involuzione brutale della Gran Bretagna, sia stato scelto il mio film, con il suo discorso sull’accoglienza dell’altro”. Il film uscirà in Italia a inizio febbraio.
E poi ci sarà il viaggio in sala.
“Sì. L’investimento emotivo degli spettatori in questo film, l’ho sperimentato a Toronto, trascende ogni tipo di aspettativa che potevo avere”.
È il suo film più personale?
“Il più personale è Bertolucci on Bertolucci, co-diretto con Walter Fasano”.
Come è nato il progetto?
“I produttori mi hanno coinvolto per aiutarli a fare un film americano in Italia, otto anni fa. Le cose si sono evolute e alla fine sono diventato il regista”.

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