La certezza di sapere chi produce e dove viene prodotto ciò che quotidianamente troviamo nel piatto… E’ il senso della battaglia che le Associazioni del Consumatori conducono da tempo insistendo nella giusta pretesa che si mantenga l’obbligo di indicare, in modo chiaro nelle etichette alimentari, lo stabilimento di produzione di cibi e bevande.
Le Leggi Italiane in materia lo hanno sempre imposto ma il Regolamento UE 1169 del 2011 sulla nuova etichettatura dei cibi, recepito dal Governo Italiano il 13 Dicembre 2014, si limita ad imporre l’obbligo di indicare solo il responsabile legale del marchio, il che non serve ad identificare esattamente la fabbrica nella quale è stato elaborato il prodotto.
Per capirci, la Sede Legale può indicare marchi e prodotti che vengono fatti in stabilimenti diversi ed anche all’estero, l’indicazione del luogo di produzione è facoltativa ma è facilmente intuibile che le grandi Multinazionali , non più costrette a fornire questa informazione e quindi non passibili di alcuna sanzione, tenderanno a eliminarla.
L’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta non è un’informazione di poco conto, ma di fondamentale importanza per molti motivi:
– permette di difendere il vero Made in Italy e garantisce un maggior controllo sulla tracciabilità e la sicurezza dei prodotti, i marchi italiani nelle mani di Multinazionali Estere dell’alimentazione sono parecchi, pensiamo a Perugina e Buitoni acquistate da Nestlè, Algida da Unilever, Parmalat, Galbani e Cademartori di proprietà della francese Lactalis e così via, ora, nulla vieterebbe a queste Multinazionali di mantenere solo la Sede Legale in Italia, ridurre drasticamente il personale e delocalizzare la produzione all’estero, continuando a vendere i prodotti, con marchi italiani storici, nel nostro Paese e nel mondo;
– l’indicazione dello stabilimento di produzione serve a facilitare ed abbreviare i tempi di gestione delle crisi di sicurezza alimentare, poiché è più semplice risalire all’origine del problema quando si può facilmente identificare la fabbrica da cui il prodotto proviene;
– garantisce al Consumatore una scelta informata al momento dell’acquisto che, ragionevolmente, può tendere a favorire gli alimenti realizzati in un determinato luogo da uno specifico produttore, non solo per “campanilismo”, ma anche come riconoscimento del valore delle tradizioni e della cultura dei singoli territori;
– l’indicazione del luogo di produzione, infine, consente di capire se due prodotti, anche se di marca diversa, vengono fatti dallo stesso produttore, quindi il Consumatore conoscendo il produttore può risparmiare facendo la scelta più conveniente scoprendo ad esempio che un prodotto del discount o del supermercato può essere, a volte, uguale a quello di marca.
Segnalazioni a cura di:
IL MELOGRANO
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