“Il mercato coperto è una bruttura”… Ritorna in auge un concetto caro a Cabini

“Il mercato coperto è una bruttura”… Ritorna in auge un concetto caro a Cabini

Giusto un anno fa, su queste pagine il dottor Umberto Cabini, nel contesto di un’intervista sull’attualità cremasca di allora, beh disse la sua sul mercato coperto esprimendo il concetto (che io sottoscrivo) secondo il quale, l’attuale struttura che lo ospita in via Verdi, ecco non sia … diciamo proprio il massimo della bellezza. Ebbene, nei giorni scorsi, Andrea Agazzi, segretario cittadino della Lega Lombarda, parlando a titolo personale (ma resta pur sempre un pensiero espresso da un personaggio politico, no?) in poche parole, postando una foto di com’era quell’area cittadina senza il mercato (accostata a un’immagine attuale tra i banchi) letteralmente si è espresso così: <Secondo me ci vorrebbe più coraggio>… Questo quando un anno fa, nella campagna elettorale per le ultime amministrative, il centrodestra con in testa il consigliere regionale Carlo Malvezzi, fece il diavolo a quattro per impedire lo spostamento del mercato degli ambulanti di via Verdi.

Sotto vi riportiamo uno stralcio dell’intervista rilasciata nel febbraio 2017, dal dottor Cabini su queste pagine:

 

Recentemente sulla tua pagina Facebook hai illustrato come inquadreresti la vicenda relativa allo spazio degli Stalloni e la collocazione futura, telenovela che dura da anni, del mercato degli ambulanti…

Innanzitutto smantellerei l’attuale mercato coperto (via Verdi, ndr), brutto, vecchio e antiestetico colpo d’occhio in mezzo a palazzi, in un quartiere meraviglioso a ridosso del centro storico dove, decisamente stona. Quindi restituirei gli Stalloni, polmone verde da vivere e recuperare pienamente, alla città. Le bancarelle del mercato, scoperto come avviene in tutte le città d’Italia e del mondo le piazzerei poi a ridosso del quartiere Portanova, altro contesto che meriterebbe maggior considerazione, nel vasto parcheggio del cinema Multisala. Opera questa importantissima e fondamentale per noi cremaschi. Fu un bene costruirla in città. Ricordo che, quando qualcuno avrebbe preferito allestirla a Madignano, mi battei per la sua costruzione a Crema: cultura è bellezza che illumina.

Ti piace veramente tanto la tua e la nostra città?

Viviamo in una cittadina gioiello che, col recupero definitivo della Paullese e le nuove importanti arterie stradale a essa collegate, certamente ne trarrà ulteriori benefici. Rimane il problema della ferrovia, con i collegamenti difficoltosi verso Milano. Speriamo che pure in questo caso, visto che qualcosa pare si smuova, la situazione migliori presto. Enrico Caruso, il curatore della mostra di Gant si è letteralmente innamorato di Crema, realtà fantastica che come ho detto poc’anzi merita dei politici attenti e impegnati al suo rilancio.  

Stefano Mauri

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