“Oggi alcuni servizi, soprattutto quelli pubblici, sono gestiti come lo erano 30anni fa, quando sono nati. Attraverso il grande impulso messo in campo dal Progetto di Vita e del nuovo sguardo che stiamo promuovendo – quello di vedere negli altri le potenzialità e non i limiti – possono nascere progettualità innovative”
Gentile Ministro,
condividiamo a pieno la dichiarazione da Lei rilasciata a Vita.it la scorsa settimana: oggi le mostriamo un luogo in cui questa innovazione è già tangibile da qualche anno.
E’ un servizio che nasce 8 anni fa con presupposti diversi e che è evoluto e si è adattato alle persone che ha incontrato. Sono partite poche persone ed ora quotidianamente trovano spazio progetti pensati e voluti da e per 40 persone adulte diverse tra loro per età, desideri e funzionamenti, ma che condividono spazi ed obbiettivi ognuno con i propri sostegni.
E’ un luogo in cui il pomeriggio prende vita un Progetto per gli adolescenti: nato da 2 ragazze 4 anni fa e che ora conta 4 gruppi diversi con circa 25 adolescenti tra i 12 e i 19 anni, che insieme acquisiscono abilità ed autonomie, ma trovano anche relazioni da sperimentare in un’età in cui il divario con gli altri inizia a farsi sentire e in cui si fatica a trovare spazi di condivisione.
La disabilità è cambiata: lo capiscono molto bene gli operatori che lavorano con passione quotidianamente sul campo da anni e che hanno visto, sentito, percepito questa evoluzione sia nelle persone che hanno esigenze diverse o forse hanno “solo” l’opportunità di essere ascoltati in maniera differente, sia nelle famiglie che non si accontentano più di un posto dove il figlio sia accudito, ma cercano qualità e progettualità rispondenti alle esigenze dei loro famigliari.
Nella riforma in atto vediamo, finalmente, un’opportunità perché spazi come SDA e ZOOM diventino possibili per tutti, e dove le persone siano davvero protagoniste della loro vita e non meri fruitori di servizi e attività prestabilite.
“Una rivoluzione copernicana” che speriamo segni un cambiamento anche culturale tangibile, come a suo tempo lo fece la L. 104/92.
Abbiamo bisogno però ancora di un passo in più: per rendere tutto ciò davvero esigibile, c’è necessità che cambi (o si aggiorni) anche il mondo degli accreditamenti perché altrimenti questi luoghi resteranno “per pochi” o “per chi se lo può permettere”. Il FNA, attraverso cui solo alcune delle persone che aderiscono a questi progetti può accedere, non è sufficiente, abbiamo bisogno che sia ripensato un sistema in cui trovano spazio servizi normati su standard non più attuali.
Abbiamo bisogno che luoghi come lo SDA, ZOOM e i Centri Estivi, trovino uno spazio di “legittimazione istituzionale”. E’ un’altra vera sfida, ma abbiamo bisogno che non solo i progetti siano flessibili, ma che anche le “regole” lo diventino per darne fondatezza e che le risorse siano disponibili per tutti e non solo per alcuni.
Fondazione Alba Anffas Crema Onlus sta cercando di dare risposte di qualità che siano anche flessibili e che abbiano alla base la “persona”: non mancano le idee, non manca l’entusiasmo, non manca la voglia di cambiare assieme alle persone di cui ci occupiamo, la difficoltà è quella di dare una cornice istituzionale a tutto questo.
Certi di trovare ascolto, La ringraziamo.
Crema, 19 maggio 2025
FONDAZIONE ALBA ANFFAS CREMA ONLUS ANFFAS CREMA APS – ETS