“Something (you don’t need)” si pone come aspra critica alla società dell’apparire, che ci spinge a dover essere sempre esteticamente “perfetti”, secondo canoni prestabiliti, cosa che comporta una graduale perdita dell’individualità, della propria personalità e unicità, a favore di un “conformismo estetico” che ci rende l’uno copia dell’altro, concetto ripreso anche nella cover art del singolo.
«Nella cover art, la testa di manichino simboleggia la perdita di personalità derivata da un fare conformista, mentre le parti del viso, capelli, occhi, bocca, incollate sul volto impersonale e vuoto, rappresentano il tentativo, fallimentare, di trovare una propria personalità utilizzando parti del corpo altrui, per influenza esterna e non per propria scelta, nel tentativo di emulare personaggi eretti a modello dalla società, una società che ce li fa percepire inarrivabili, irraggiungibili, solo per ricordarci qual è il nostro posto; sullo sfondo, o sul fondo».
Registrata interamente da SOLO presso il The Bordello Rock ‘n’ Roll Studio e mixata e masterizzata da Edoardo Di Vietri presso l’Hexagonlab Recording Studio, “Something (you don’t need)” è il secondo singolo estratto, dopo “Don’t shoot the piano player (it’s all in your head)”, dall’album “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)”, di prossima pubblicazione, e anticipa l’uscita del brano punk/grunge “Propaganda in my eyes, again (you’re erased)”, in uscita a metà ottobre.
«Da ascoltatore onnivoro, ho sempre apprezzato gli album dove più generi coesistono tra di loro; penso al “White album” dei Beatles, ad esempio. “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)” sarà un album molto variegato, con canzoni che vanno dalla psichedelia all’art rock passando per il punk, il dream pop, lo shoegaze, il grunge, la dance».
“Something (you don’t need)” su Spotify