L’attesa di Forza Italia è stallo, indecisione o fine strategia politica?

La situazione come è questo lunedì mattina? Incasinata. Parliamo dei movimento nel centro destra per arrivare ad avere le idee chiare sul candidato sindaco. Chicco Zucchi sornione dopo l’autocandidatura che ha scatenato il putiferio continua a tacere. Lo si segnala qua e là, a Milano, a Crema, appresso alla squadra, con Malagò. Forza Italia è da venerdì in seduta permanente del coordinamento. Cosa vuol dire? Proviamo ad ipotizzare. Sabato mattina, dopo la riunione di venerdì sera che non ha cavato un ragno dal buco, viene emesso un comunicato interlocutorio. Più o meno dice stiamo a vedere non escludiamo nulla.
I giornali, lo abbiamo detto, hanno detto di un Renato Ancorotti possibilista riguardo all’appoggio. Ancorotti che pare essere l’unico non presente venerdì sera. Ancorotti che pare anche essere bello incazzato di essere sempre tirato in ballo sui giornali per sta cosa, visto che ha solo espresso un parare da imprenditore e non da politico. Agazzi invece è del tutto per il no. Continua come un treno la sua campagna di informazione con post chilometrici su Facebook che spiegano perché non dovrebbe Forza Italia piegarsi. Non accetta la coalizione che va formandosi tra Lega e Nuovo centro destra, “è offensivo, politicamente, perché accredita l’idea che FI, a Crema, non abbia dirigenti politici in grado di guidare la città dignitosamente”, “a livello locale vi è un sodalizio apparentemente inspiegabile”. Prende le difese di Forza Italia, “ma davvero costoro pensano di rovesciare su FI responsabilità tutte e soltanto Loro? Ma davvero il candidato civico-partitico-economico pensa di trattare con i vertici provinciali cremonesi per ottenere la nomination anche da FI? Lo sa che i voti, a Crema, non li prendono i vertici provinciali? Io resto dell’idea che Fi debba ristabilire un corretto modo di procedere, serrando i ranghi e chiedendo un impegno straordinario ai propri dirigenti più rappresentativi e radicati a Crema e a livello territoriale”.
A chi si riferisce? Beretta da grande esperto di dinamiche politiche sta alla finestra. In fondo si è reso forse conto di una cosa che ha fatto notare anche a noi un fine analista politico cittadino. E a cui noi non avevamo pensato. Ci spiega che a livello regionale ci sono equilibri che a Crema per ora non stiamo guardando. Per farci capire l’esempio ci ricorda quando nel 2013 Salvini, e quindi i vertici della Lega, dissero prima No e poi Si alla candidatura di Perri a Cremona. Un no, a novembre, che portò a scontri incredibili, un sì poi a maggio in fase di ballottaggio che cambio le carte in tavola. Insomma la forzatura di Zucchi ricorda quella di Perri, la Lega è un partito verticistico. In parole povere serve la benedizione finale del nazionale.
Che sia questo spiraglio che hanno intravisto a Forza Italia e che li spinge ad attendere? Donida dal canto suo si candiderebbe eccome. Ne ha una voglia pazza. Ma la domanda che si fa è una: in quanti mi sosterrebbero del mio partito e in quanti si sfilerebbero? Per assurdo pare più sicuro l’appoggio dei fratellini che quello totale del suo partito. Queste due condizioni ci fanno dire che per tutta la settimana non succederà nulla di definitivo. Di nomi per il candidato di rottura di Forza Italia ne sono girati intanto altri. Uno su tutti Agostino Dossena, lo ricordate? Fu protagonista di un caso eclatante nel 2010, le dimissioni da consigliere comunale del Pdl in seguito a divergenze legate al progetto di riqualificazione degli Stalloni. QUI per una pagina d’epoca.
Emanuele Mandelli