Libreria cremasca, un weekend tra Elizabeth Arquinigo Pardo e gli Storici dell’arte in Palazzo Vescovile

Libreria cremasca, un weekend tra Elizabeth Arquinigo Pardo e gli Storici dell’arte in Palazzo Vescovile

La Libreria Cremasca è orgogliosa di ospitare a Crema Elizabeth Arquinigo Pardo, la giovane autrice di Lettera agli italiani come me, libro edito nel 2018 da People. Elizabeth ha 28 anni, è nata in Perù e vive in Italia da 18 anni. Ha studiato in Italia, lavora qui, ma non ha la cittadinanza italiana. Non perché non la voglia, ma perché il sistema attuale è complesso e crea molte difficoltà. «Il 16 ottobre ho scritto al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per spiegargli perché il suo decreto è un disastro per le persone che si trovano nelle mie condizioni. Mi ha risposto con gentilezza, ma dimostrando di non aver capito molto delle ragioni per le quali mi ero permessa di scrivergli».

Elizabeth Arquinigo – la giovane cittadina peruviana cresciuta in Italia e “intrappolata” nella gabbia burocratica del decreto Salvini – ha scelto di scrivere una lunga lettera per rispondere al ministro e di indirizzarla, però, agli italiani e alle italiane «come me», nati in Italia o arrivati in Italia in tenera età e cresciuti qui. Elizabeth ripercorre i diciotto anni di residenza in Italia, tra grandi e piccole discriminazioni, tra distacchi e avvicinamenti, per spiegare come ci si trova a vivere tutti i giorni in un paese di cui ci si sente cittadini, ma dal quale non si è riconosciuti. La storia di Elizabeth è intervallata da riflessioni sul presente e sul futuro di ciascuno di noi. «Non sto parlando di me», scrive Elizabeth nelle ultime righe del testo. «Sto parlando di noi. Non noi e loro. Tutti noi. Del nostro presente e del nostro futuro, soprattutto». L’incontro pubblico è organizzato dalla Libreria Cremasca in collaborazione con La Sinistra e si terrà venerdì 15 febbraio alle 21 presso la Sala dei Ricevimenti del Comune di Crema. Ingresso libero.

 

Sabato 16 febbraio 2019 alle ore 16,30 nella Sala Rossa del Palazzo Vescovile (piazza Duomo, 27 – 26013 Crema) si terrà il terzo incontro della sessione invernale della rassegna Storici dell’arte in Palazzo Vescovile organizzata dalla Libreria Cremasca in collaborazione con la Diocesi di Crema. Questa volta l’ospite sarà Milvia Bollati, docente di Storia della miniatura presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Universalmente nota per aver curato il Dizionario biografico dei miniatori italiani. Secoli IX-XVI (Bonnard, Milano 2004), la studiosa si è occupata prevalentemente di storia della miniatura. Fra le tante pubblicazioni ricordiamo per vicinanza geografica la mostra tenutasi a Piacenza pochi anni fa: I corali benedettini di San Sisto a Piacenza, catalogo della mostra (Piacenza, 5 novembre 2011 – 27 febbraio 2012), a cura di M. Bollati, Edizioni Compositori, Bologna 2011.

Negli ultimi anni ha concentrato le sue ricerche sui dipinti e sulle iconografie di ambito francescano pubblicando vari saggi e la monografia che verrà presentata a Crema: M. Bollati, Francesco e la croce di S. Damiano, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2016. Il volume è dedicato alla Croce di San Damiano, cioè l’immagine che secondo la tradizione agiografica avrebbe parlato a Francesco d’Assisi contribuendo alla sua definitiva conversione. Si tratta di una tavola lignea dipinta della metà del XII secolo in origine conservata nella chiesetta di San Damiano, fuori dalle mura di Assisi. Questa chiesa divenne in seguito sede del primo convento delle clarisse e vi risiedette la stessa Chiara.

Dopo la morte della Santa nel 1253, le suore si trasferirono in una nuova chiesa edificata all’interno delle mura della città dove fu traslato sia il corpo di Chiara, sia la tavola lignea ormai considerata una delle più importanti reliquie di san Francesco. Il dipinto, tuttora conservato nella chiesa di Santa Chiara ad Assisi, viene indagato da tutti i possibili punti di vista. Innanzitutto vengono analizzate le varie fonti francescane che raccontano l’episodio miracoloso. Seguono esempi di altre immagini parlanti, la questione dell’iconografia del Christus triumphans e del Christus patiens (o meglio, come spiega l’autrice, passus), le problematiche relative alla datazione e all’attribuzione dell’opera… Completano il volume un saggio di Emaunele Zappasodi sulla decorazione del coro della chiesa di Santa Chiara e sui diversi spostamenti subiti dalla croce nel corso dei secoli; le relazioni dei restauri eseguiti nel 1939 e nel 2000; un saggio paleografico di Vittorio Formentin sulla iscrizioni presenti sulla croce e una riflessione spirituale del cappuccino Carlo Fadin.

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