Matteo Piloni: bene gli ospedali da campo per l’emergenza, ma servono anche strategie e modalità per fermare il contagio

Matteo Piloni: bene gli ospedali da campo per l’emergenza, ma servono anche strategie e modalità per fermare il contagio

Gli ospedali da campo di Cremona e Crema sono due iniziative molto importanti, sia per i cittadini sia per il personale medico che, lo ricordo, nei nostri territori stanno affrontando l’emergenza da più di un mese. Inoltre, la solidarietà che in molti stanno esprimendo, attraverso versamenti e donazioni, si sta dimostrando fondamentale soprattutto per l’acquisto di materiale indispensabile per gli ospedali.
Ma non possiamo pensare che sia finita qui. Non è così.
Dopo aver finalmente consentito di fare i tamponi al personale medico e ai medici di medicina generale, serve dare una svolta e soprattutto definire una strategia chiara. Dobbiamo assolutamente estendere il rilievo dei tamponi, partendo dai territori più colpiti come il nostro, sia per il personale delle Rsa, sia per tutti i lavoratori che sono obbligati a proseguire nella loro attività o per gli anziani soli.
Esiste una strategia di prevenzione anche durante un’epidemia: non si può pensare che l’ospedale e il ricovero siano le uniche soluzioni. Non lo erano prima non lo sono ora.
E allora, prima che sia troppo tardi, la Regione attrezzi e rafforzi la medicina di territorio generale. Estendiamo il tampone alle persone più a rischio, a quelle che per esempio sono in casa con una persona positiva: ricordo che non tutti vivono in spazi tali da consentire la convivenza in stanze diverse, e perciò si attrezzino luoghi dedicati, anche come forma di prevenzione del rischio di crisi respiratorie per persone fragili, in casa, da soli.
Credo sia possibile utilizzare più dei 22 laboratori dichiarati dall’Assessore Gallera, così da ampliare le possibilità di analisi dei tamponi e accorciarne i tempi.
Dobbiamo fare di tutto per fermare il contagio. L’obiettivo deve essere quello di fare i controlli preventivi, tracciare i casi e prevenirne il peggioramento per evitarne l’ospedalizzazione. Ora è quanto mai necessario mettere a punto modalità di controllo diverse e più veloci da quelle attuali.
La Regione dovrebbe, infine, dare riscontro circa le richieste di chiusura dei centri socio educativi e dei centri diurni per disabili che sono di sua competenza. Molti sindaci si sono fatti carico della responsabilità di chiuderli e li ringrazio. Ma dovrebbe essere la Regione a dare risposte a queste realtà che, come altre, stanno gestendo una situazione estremamente delicata.
E ricordiamo che la Regione, invece di fare pressioni alle Rsa, deve prima mettere a disposizione quelle strutture dismesse, ma utilizzabili, presenti in Lombardia, proprio per ospitare pazienti ex Covid-19 o in fase di dimissioni. Le Rsa sono un luogo già fragile, e vanno sostenute. Addirittura Salvini se ne è reso conto, chiedendolo al Governo. Ci dia una mano a convincere i suoi in Regione.

(Visited 73 times, 4 visits today)